
Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
Il design deve adeguarsi ai valori dei millennials: una generazione, nata tra il 1980 e il 2000, di consumatori critici, informati e attenti alla sostenibilità.
Sempre più favorevoli all’auto ibrida e alla bicicletta per spostarsi in città, alla costruzione di edifici a basso impatto ambientale e alla riqualificazione urbana per ridurre l’inquinamento, le nuove generazioni risultano consapevoli e attente a tutti i valori della sostenibilità: un dato che emerge dalle più recenti analisi sui millennial, la classe nata alla fine del Ventesimo secolo, dagli anni Ottanta ai primi Duemila. Conoscere i loro valori, gli stili di vita e gli obiettivi personali e esistenziali è essenziale per sapere che direzione prenderanno le famiglie di domani, come cambierà lo scenario e la propensione ai consumi. Tutti questi sono input importanti anche per il mondo del design che deve cercare risposte di progetto adeguate e innovative a nuovi bisogni, desideri e domande.
I giovani dai 18 ai 36 anni sono consumatori critici, informati (soprattutto grazie a internet), sensibili agli aspetti della sostenibilità ambientale e sociale, attenti alla personalizzazione dei prodotti e diffidenti verso l’omologazione degli stili.
Le differenze di età sono superiori a quelle geografiche, a seguito dell’impatto delle tecnologie che ha globalizzato il gusto degli utenti. È quanto emerge dal Secondo Design Summit, “la rivoluzione nell’industria del design. I nuovi trend e gli attori che stanno cambiando il settore”, ricerca di mercato sui millennials condotta da Pambianco strategie di impresa in collaborazione con FederlegnoArredo.
“Sono eterogenei, più dinamici e accelerati della generazione precedente”, afferma David Pambianco, vice presidente della Pambianco. “Più equilibrati, parte di un network valoriale profondo, magari poco visibile (vissuto perlopiù nella dimensione social) ma più solido di quanto appaia all’esterno. Sono più consapevoli del mondo che sta cambiando e dunque riconoscono un peso determinante ai criteri della sostenibilità e all’innovazione della domotica”.
La ricerca mette in evidenza come, dietro l’apparente leggerezza di una realtà che vive e si esprime nel mondo virtuale, ci siano aspetti sociali e molto strutturati da considerare per conquistare i millennials con buoni prodotti di design d’arredamento. Per il futuro delle aziende del design sarà decisivo catturare questo nuovo target di giovani che si appresta ad arredare casa.
Laura Angius, co-fondatrice di Lovethesign, portale di arredamento per acquisti online, ha sottolineato come nella comunicazione debba necessariamente cambiare il linguaggio con cui si parla di design e arredamento ai giovani. Esporre un prodotto per un e-commerce significa creare un’esperienza digitale con immagini di prodotto, vetrina, contenuti editoriali, storytelling del prodotto, di cosa c’è dietro e intorno.
Le aziende devono investire in nuovi modi di comunicare tenendo conto di come i millennials si informano, cioè sempre di più utilizzando internet e i social media prima di fare qualsiasi acquisto.
I millennials sono portatori di una nuova filosofia dell’abitare basata sull’essenzialità, sull’estetica funzionale sotto il cappello fondamentale della sostenibilità, del risparmio energetico, dell’attenzione all’ambiente e dell’etica di impresa. Che il design dei prodotti debba essere “sostenibile” è un requisito oramai imprescindibile del progetto di qualsiasi prodotto a cui nessun designer e nessuna azienda può più sottrarsi.
Ma anche la struttura espositiva dei negozi di arredamento deve cambiare: gli showroom tradizionali e il loro modo di esporre i prodotti non corrispondono più alle esigenze dei millennials. Non sono luoghi accoglienti frequentati dai giovani, per i quali ci vogliono modelli espositivi più attrattivi e nelle loro corde, non soltanto propositivi di diversi stili di arredamento, ma portatori, soprattutto, di questa nuova filosofia dell’abitare. Luoghi che ancora non ci sono, tutti da creare, in uno scenario che si evolve con rapidità ma che ha un punto fermo: la sostenibilità.
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