Diario di un gatto con gli stivali

Einaudi, Torino 2006

Quasi per gioco l’autore ha voluto insinuare dubbi e domande
scomode nelle trame delle favole tradizionali, riformulando esiti e
rapporti.

Così per esempio in questi giochi narrativi Cappuccetto
Rosso, da innocente bambina, diviene una ragazza imbrogliona e
bugiarda che organizza una criminosa messinscena per ottenere
l’eredità della nonna e per sottrarre le ricchezze di un
facoltoso lupo. Successivamente quella che racconterà come
sua versione dei fatti al commissario reale, passerà alla
tradizione come la favola istituzionale.
E allora a chi credere? Quale storia seguire?

Così come Cappuccetto Rosso altri personaggi si vedono
deviati dai binari della tradizione e attraversando sentieri
narrativi più originali animano favole rinnovate.
I materiali dell’impasto favolistico rimangono inalterati, si
trovano fate, principesse, re regine e principi, mentre vengono
rimodellati la collocazione scenografica, gli ambienti, i rapporti
tra i personaggi che si fanno sempre più concreti e si
incarnano nella complessità della storia reale.

E’ un libro sfizioso che ci fa assaporare la facoltà
più forte che ha la nostra mente, ovvero quello della
possibilità. Queste favole di Roberto Vecchioni sono
rimodellate e riplasmate in un caleidoscopio di possibilità,
di scelte e di vie. Mostrano l’altro lato della medaglia, quello
che spesso non scorgiamo perché la nostra mente si assopisce
nel torpore dell’abitudine, del meccanicismo della
quotidianità.

 

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