La startup italiana Bufaga propone l’installazione di dispositivi in grado di rimuovere le polveri sottili. Prossima tappa: la metro di Roma.
Dispersione di petrolio in mare. Alcune tecnologie per limitare i danni
L’italiana Airbank propone dei sistemi rapidi per limitare i danni che la dispersione di petrolio o sostanze oleose provocano nell’ambiente naturale.
Dopo le recenti catastrofi naturali a pochi chilometri dalle Isole Canarie e più recentemente con la rottura dell’oleodotto in California, ci si chiede se questi disastri siano evitabili e se sia possibile intervenire in maniera tempestiva per arginare per lo meno i danni causati dagli sversamenti.
La soluzione potrebbe venire da Airbank, azienda italiana specializzata nel settore dell’antinquinamento e della sicurezza ambientale, che commercializza delle barriere galleggianti in grado di arginare gli sversamenti di prodotti oleosi.
L’azienda propone anche dei “salsicciotti” assorbenti, che possono essere posti anche in via preventiva e comunque di facile applicazione, soprattutto nei casi in cui la tempestività è fondamentale. “Abbiamo deciso di arricchire le barriera anti-inquinamento con una versione dotata di sistemi meccanici per l’auto-gonfiaggio”, spiega Gloria Mazzoni, general manager di Airbank. “Questo accorgimento limita così il numero di operatori necessari per il dispiegamento delle barriere in caso di necessità”.
Non esistono solo le barriere, ma dei veri e propri aspiratori di sostanze oleose, chiamati skimmer. Si tratta di sistemi galleggianti in grado di lavorare in mare aperto, anche mosso, realizzati completamente in materiale plastico, e dotati di una vaschetta, nella quale si raccolgono le sostanze oleose, recuperate da un rullo rotante dalle qualità idrofobiche. È possibile inoltre utilizzare gli skimmer con dei disperdenti, compatibili con l’ambiente marino, che rendono l’aspirazione più semplice.
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