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Un oleodotto che passa vicino a Santa Barbara, in California, si è rotto nella giornata di martedì 19 maggio causando una fuoriuscita che sembra essere vicina ai 400mila litri (105mila galloni) di petrolio. Gli operai sono già al lavoro per rimuoverlo dalla sabbia e dalle rocce, ma sembra che 80mila litri (21mila galloni) abbiano raggiunto
Un oleodotto che passa vicino a Santa Barbara, in California, si è rotto nella giornata di martedì 19 maggio causando una fuoriuscita che sembra essere vicina ai 400mila litri (105mila galloni) di petrolio. Gli operai sono già al lavoro per rimuoverlo dalla sabbia e dalle rocce, ma sembra che 80mila litri (21mila galloni) abbiano raggiunto l’oceano.
La perdita è stata bloccata, ma non si può ancora prevedere quanto tempo ci vorrà per ripulire l’ambiente circostante, in particolare le coste incontaminate di Refugio state beach, a circa 30 chilometri da Santa Barbara. Intanto il governatore della California Jerry Brown ha proclamato lo stato d’emergenza e mobilitato tutte le risorse a disposizione.
Non sono ancora chiare le cause che hanno provocato l’incidente, ma sono in molti a temere un’altra tragedia ambientale simile a quella avvenuta proprio a Santa Barbara nel 1969 quando centinaia di migliaia di litri di petrolio finirono nell’oceano causando quello che allora divenne il più grave disastro ambientale della storia degli Stati Uniti.
Poi superato dal disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon che ha macchiato in modo indelebile il golfo del Messico nel 2010 e dal disastro causato dalla petroliera Exxon Valdez nelle acque dello stato americano dell’Alaska nel 1989.
L’oleodotto incriminato è gestito dalla Plains All American Pipeline e il portavoce Darren Palmer ha già dichiarato che la società si prenderà tutte le responsabilità, inclusi i costi per ripulire l’area. L’oleodotto è stato costruito nel 1991 e l’ultimo test sulla sua tenuta risale a poche settimane fa. Le organizzazioni ambientaliste sono seriamente preoccupate per la salute della flora e della fauna, in particolare per la sopravvivenza di uccelli e cetacei che hanno perso il loro habitat.
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