Nel Parco nazionale di Amboseli, un’area protetta istituita nel 1974 nel Kenya meridionale, sono nati 140 elefantini dall’inizio della pandemia di Covid-19. Un vero e proprio baby boom. Tra di loro ci sono anche due coppie di gemelli, la cui nascita rappresenta un evento molto raro.
The majestic Amboseli elephants are known worldwide for their calmness, the only population which visitors can watch at close range and a recent wonder of twin babies which had not been witnessed in the last four decades. #WorldElephantDaypic.twitter.com/pMMBcYvkbt
Questa splendida notizia deriva da molteplici fattori. Prima di tutto, sia l’anno scorso che quest’anno il Kenya, paese dell’Africa orientale affacciato sull’oceano Indiano, ha goduto di piogge abbondanti, che hanno garantito la proliferazione delle piante di cui gli elefanti si nutrono.
Inoltre, l’assenza di turisti – dipesa proprio dalla diffusione del nuovo coronavirus che ha bloccato la maggior parte degli spostamenti – ha regalato ai pachidermi una tranquillità inedita. “Hanno tutto lo spazio che vogliono, se lo stanno godendo e sono felici”, spiega la biologa Winnie Kiiru all’emittente britannica Bbc. La dottoressa mette in luce la necessità di diversificare le fonti di reddito per garantire la salute degli animali ma, parallelamente, il benessere economico degli abitanti, che dal turismo dipendono fortemente.
La dura lotta contro il bracconaggio
Le nascite di questi mesi sono l’ultimo segnale di un trend molto positivo che ha visto più che raddoppiare la popolazione nazionale di elefanti nel giro di trent’anni: gli esemplari sono passati dai 16mila del 1989 ai 34mila del 2018. Lo rivela il Kenya wildlife service.
Un traguardo raggiunto grazie al forte impegno di governo e associazioni per attenuare i conflitti uomo-animale ma, soprattutto, per sconfiggere il bracconaggio. Chi viene colto in fragrante, infatti, rischia il carcere o perlomeno multe salatissime. Quest’approccio rigoroso ha fatto sì che nel 2020 solo sette pachidermi siano stati uccisi dai bracconieri, contro i 34 del 2019 e gli 80 del 2018.
Purtroppo l’Africa nel suo complesso non fa registrare risultati altrettanto positivi: nel 1970 il continente ospitava 1,3 milioni di elefanti, mentre oggi ne restano soltanto 500mila. Di questi, meno di 30mila vivono allo stato selvatico. Tuttavia, l’esempio del Kenya dimostra che il futuro della specie non è ancora scritto, e che salvarla è possibile: servono strategie puntuali e precise, prive di passi falsi.
L’influenza aviaria è un virus che generalmente colpisce i volatili. Si sta però diffondendo anche tra altre specie, colpendo ad esempio quelle marine della Patagonia.
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Lo scorso 14 marzo, all’età di 75 anni, se n’è andato il grande primatologo, che con il suo sguardo curioso e peculiare ci ha insegnato a guardare le altre specie senza le lenti deformanti dell’antropocentrismo.
Sale sul podio l’olivastro millenario di Luras, in Sardegna, nell’ambito del prestigioso riconoscimento European tree of the year 2024: l’albero italiano ottiene il terzo posto, dietro a “The weeping beach of Bayeux” in Francia e al vincitore “The heart of the garden” in Polonia, quest’ultimo accreditato con quasi 40.000 voti. European Tree of the year