Emilia-Romagna, cosa prevede il decreto Alluvioni

Il decreto Alluvioni prevede 2 miliardi di interventi per l’Emilia-Romagna: in attesa del testo, a spiegarli è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

  • Due miliardi di euro: è quanto stanzia, sulla carta, il decreto Alluvioni.
  • Lo stato di emergenza sarà esteso a 43 comuni dell’Emilia-Romagna.
  • Stop a pagamenti, cassa integrazione per chi ha perso il lavoro. Ma che c’entrano i rigassificatori?

Due miliardi di euro in tutto: è l’ammontare del decreto Alluvioni varato dal Consiglio dei ministri per far fronte all’emergenza alluvionale che ha colpito l’Emilia-Romagna. Tra gli interventi, 580 milioni per la cassa integrazione per chi si trova impossibilitato a lavorare a causa dei danni dell’alluvione. Fondi anche la scuola (20 milioni), per l’università (3,5 milioni), per le imprese agricole, sospesi gli adempimenti burocratici come mutui, bollette, multe. Infine, 200 milioni serviranno per irrobustire il fondo per le emergenze nazionali.

Al momento, non esiste ancora un testo ufficiale del decreto Alluvioni, né un comunicato stampa riassuntivo di quanto stabilito dal Consiglio dei ministri: non resta dunque che affidarci provvisoriamente alle parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha parlato innanzitutto di un’ordinanza di Protezione civile che estende lo stato d’emergenza a tutti i Comuni che sono stati colpiti dalla seconda ondata dell’alluvione e che non erano già previsti nella prima per un totale di 43 Comuni, “con riserva di estendere lo stato d’emergenza una volta che sarà completata l’istruttoria anche ai Comuni che sono stati colpiti nelle Marche e in Toscana”. Poi, il Fondo per le emergenze nazionali verrà implementato con 200 milioni “che vengono interamente destinati a questa emergenza”.

Tra le misure del decreto Alluvioni, c’è anche l’estensione delle competenze del Commissario per la siccità, Nicola dell’Acqua: Giorgia Meloni ha definito “bizzarro” il passaggio per cui “da oggi il Commissario della siccità si occupa anche dell’alluvione ma è la situazione climatica nella quale ci troviamo – per la verifica il monitoraggio delle opere di drenaggio dell’acqua”.

Stop ai pagamenti

Il decreto Alluvioni, spiega Meloni, “prevede la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari e contributivi fino al 31 agosto, con ripresa dei pagamenti fino al 20 di novembre”. Previsto anche il differimento per i Comuni e le Province del pagamento dei mutui nei confronti di Cassa Depositi e Prestiti”. Per quanto riguarda le bollette era già stata deliberata la sospensione del pagamento da parte di Arera, l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente, mentre si fermeranno anche i mutui dei privati cittadini. Verranno rinviati tutti i processi civili e penali quando una delle parti o l’avvocato difensore risiedano nelle zone colpite, e sospesi tutti i procedimenti amministrativi, compresi i concorsi.

Gli interventi per scuola e università

Per quello che concerne la scuola, col decreto Alluvioni verrà istituito un fondo da 20 milioni di euro per la continuità didattica “e abbiamo dato facoltà al ministro dell’Istruzione di lavorare con una certa flessibilità per l’adempimento particolarmente degli esami di maturità in base alle necessità degli istituti coinvolti”. Anche nelle università sarà prevista la possibilità di didattica ed esami a distanza, oltre a un fondo di solidarietà per i docenti delle Università interessate e per i primi interventi di ripristino di 3 milioni e mezzo. In più, ha ha assicurato la premier, “stiamo lavorando per l’acquisto di computer da mettere eventualmente a disposizione di quegli studenti che dovessero operare con didattica a distanza e che non ne fossero in possesso.

Tutela del lavoro

Una parte importante del decreto riguarda gli interventi per il lavoro. Giorgia Meloni ha spiegato che “i dipendenti pubblici delle zone che sono colpite, i quali fossero fisicamente impediti dal lavorare, verranno ugualmente retribuiti”. Per tutti gli altri dipendenti invece verrà prevista la cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni, per un totale di 580 milioni di euro “ma prevediamo anche una tantum fino a 3mila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere l’attività. Questa misura ha una copertura che arriva fino a 300 milioni di euro” .
Anche le imprese verranno tutelate, assicura la premier con più interventi: tra presidenza del Consiglio e ministero degli Esteri, saranno 810 i milioni stanziati in tutto, a fondo perduto.

E per le aziende agricole, il ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare stanzia 100 milioni per interventi di indennizzo e 75 milioni per l’acquisto di macchinari per le aziende danneggiate.

Le proposte degli altri ministeri 

Qualche iniziativa arriva anche dagli altri ministeri: quello della Salute ha messo a disposizione 8 milioni di euro per i primi interventi di ripristino delle strutture sanitarie; il ministero dell’Economia ha proposto che i proventi della vendita dei mezzi confiscati dall’Agenzia delle Dogane siano destinati all’emergenza.
Più discutibile, forse, il fatto che, come spiega Meloni “abbiamo anche autorizzato estrazioni straordinarie di Lotto e SuperEnalotto interamente dedicate all’emergenza”.

Il ministero della Cultura prevede l’aumento temporaneo di un euro dei biglietti di ingresso ai musei: i proventi che arriveranno da questa misura saranno utilizzati per mettere in sicurezza e ripristinare i beni culturali che sono stati interessati dall’alluvione.

Il ministero del Turismo varerà un fondo di ulteriori 10 milioni per l’indennizzo delle aziende turistiche colpite.  Il ministero dello Sport mette a disposizione 5 milioni di euro per interventi di manutenzione delle infrastrutture sportive.
Infine il ministero dei Trasporti ha proposto l’anticipo della norma del Codice degli appalti “che consente da subito la procedura di somma urgenza fino a 500 mila euro per i territori colpiti”.

Meloni ha assicurato che “sono in dirittura d’arrivo, manca la definizione completa, ma ci saranno anche interventi in materia di sostegno alle persone con disabilità, che come sempre in queste vicende si trovano a essere quelle più colpite”. Questo, insieme a tutto il resto, andrà verificato quando sarà disponibile il testo del decreto.

Cosa c’entrano i rigassificatori?

Una cosa di cui non ha parlato Giorgia Meloni sono i rigassificatori, quegli impianti capaci di trasformare il gas naturale liquefatto (Gnl) in gas. D’altronde, perché avrebbe dovuto menzionarli in un decreto che parla di alluvioni? Perché, stando alle ultime bozze non ufficiali, il decreto prevedeva in un articolo anche la possibilità, da parte dei soggetti interessati, di proporre al commissario la realizzazione di nuovi rigassificatori galleggianti “per aumentare la capacità di rigassificazione nazionale mediante unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione”.

Proprio al largo di Ravenna, uno dei comuni maggiormente devastati dall’alluvione, dovrebbe sorgere uno dei nuovi rigassificatori acquistati da Snam, ma qui si esauriscono i nessi tra questo tipi di impianti e l’Emilia-Romagna. Da verificare, ovviamente, se la norma sia rimasta o meno nella versione finale.

 

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