Che ruolo ha avuto il riscaldamento globale nell’alluvione in Emilia-Romagna, spiegato dal Cnr

Secondo Luca Brocca, del Cnr, siccità e cambiamenti climatici hanno influito sulla doppia alluvione di maggio in Emilia-Romagna: vediamo come.

Riscaldamento globale, siccità e altri cambiamenti climatici hanno avuto un ruolo in Emilia-Romagna? 14 le vittime accertate fino a ora, decine di fiumi e torrenti esondati, circa 10mila persone sfollate, 250 strade chiuse, 300 frane. E ovviamente danni per miliardi di euro. Sono alcuni dei numeri drammatici degli allagamenti causate dall’alluvione che per due giorni ha colpito 46 comuni della Regione tra cui i centri più grandi di Bologna, Ravenna, Forlì, Cesena, Faenza. E per la seconda volta in appena quindici giorni. Sono in molti a chiedersi se c’è un collegamento tra la catastrofe di questi giorni e la siccità che ha colpito il Norditalia negli scorsi mesi. E anche se e quanto il riscaldamento globale sia responsabile di questi eventi meteo estremi. Lo abbiamo chiesto a Luca Brocca, direttore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). 

Dottor Brocca, parliamo di siccità e cambiamenti climatici: è vero che le inondazioni di questi giorni sono state favorite dai tanti mesi senza pioggia dello scorso inverno?
È vero per il primo evento che ha colpito l’Emilia-Romagna, quello iniziato il primo maggio. Quello è arrivato dopo un prolungato periodo di siccità, in cui i terreni erano diventati duri, con una sorta di corteccia superficiale, e il terreno aveva una minore capacità di assorbire. In questo caso, invece, paradossalmente i terreni erano resi saturi dall’evento di due settimane fa.

Il risultato però è stato lo stesso, se non peggiore.
I due casi sono opposti, ma comunque il risultato è che i suoli hanno avuto minore capacità di assorbimento. Ma il fattore predominante è l’eccezionalità della doppia precipitazione in pochi giorni.

Ha piovuto troppo?
200 millimetri di pioggia per due volte in pochi giorni. Io non ho memoria di eventi del genere, nonostante mi occupi da 20 anni di eventi meteorologici eccezionali. Dal punto di vista tecnico possiamo intervenire, per esempio con le vasche di laminazione, o evitando di costruire lungo i corsi d’acqua: anche se questo è un paradosso, perché è dalla notte dei tempi che costruiamo vicino ai fiumi, per evidenti motivi strategici. Ma la verità è che non possiamo pensare che il territorio, qualunque territorio, sia in grado di rispondere a eventi di questo tipo senza danni o rotture arginali.

Questo ci porta all’altra grande domanda: queste precipitazioni sono il segno che il clima sta cambiando?
L’intensificarsi di eventi estremi, il fatto che avvengano sempre più frequentemente nel Mediteranno, è indiscutibilmente legato al surriscaldamento delle acque, che crea più energia nel mare e fenomeni più intensi e sempre molto localizzati, come negli anni passati in Liguria, nelle Marche. Non a caso non si parla mai di piene del Po e del Tevere, che hanno un raggio ampio, ma soltanto di danni molto localizzati. È chiaro che ci sono delle evidenze scientifiche sempre più forti sull’impatto dei cambiamenti climatici, anche se sono fenomeni più difficili da studiare rispetto all’innalzamento e al surriscaldamento dei mari, che sono inequivocabili.

alluvione faenza
4 maggio, Faenza, Emilia-Romagna © ALESSANDRO SERRANO/AFP via Getty Images

Ci sono molte vittime: era possibile fare qualcosa di più, magari prevedere quello che sarebbe successo? Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha paragonato questa alluvione a un terremoto, che però non si può prevedere…
Il fatto è che era tutto previsto in modo accurato. I miei colleghi meteorologi avevano dato l’allerta rossa preventiva, quando di solito si dà l’arancione. Diciamo che è stato più un evento simile a un uragano, e che si doveva fare come si fa negli Stati Uniti: ci si chiude in casa e non si esce. Dobbiamo imparare che questi eventi hanno ripercussioni come quelle che stiamo vedendo e prendere misure drastiche. Se poi le cose vanno meglio del previsto tanto meglio, ma è come la cintura di sicurezza: io la metto tutte le volte che salgo in macchina, sperando che poi non mi serva mai..

Cosa pensa degli interventi che il governo sta pensando di mettere in campo, dighe, invasi, bonifiche per contrastare siccità e cambiamenti climatici?
Siamo stati in siccità per un anno e mezzo, qualsiasi intervento che vada a ridurre e mitigare il rischio di piene, frane, e a gestire e risorse idriche è sicuramente necessario. Nel merito non posso esprimermi perché al momento non ho molto elementi a disposizione…

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