Emmanuel Macron è stato rieletto per un secondo mandato consecutivo alla guida della Francia. Il leader del partito centrista En Marche! ha battuto la candidata di estrema destra Marine Le Pen per la seconda volta, ottenendo circa il 58 per cento dei consensi, contro il 42 per cento, secondo i primi exit poll pubblicati alla chiusura dei seggi.
Tra le prime cariche internazionali a congratularsi, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Le mie congratulazioni più sincere per la rielezione alla presidenza della Repubblica. Sono contenta di poter portare avanti la nostra cooperazione eccellente”, ha twittato. Le ha fatto eco il presidente del Consiglio Mario Draghi: “La vittoria da parte di Emmanuel Macron nelle elezioni presidenziali francesi è una splendida notizia per tutta l’Europa”.
Cher @EmmanuelMacron, toutes mes félicitations pour votre réélection à la présidence de la République.
Je me réjouis de pouvoir continuer notre excellente coopération.
Ensemble, nous ferons avancer la France et l’Europe.
Gli elettori francesi hanno dunque scelto la continuità, ma a colpire è stato il tasso di astensione che supera quota 28 per cento, tra i più alti della storia della Repubblica. I francesci hanno comunque premiato un programma che presenta una serie di punti di contatto con quello della destra radicale di Le Pen. A partire dalle politiche energetiche: entrambi i candidati, infatti, hanno proposto fu puntare fortemente sul nucleare. Attraverso la costruzione di nuovi reattori e prolungando la durata in servizio di quelli esistenti.
La Francia si prepara ad un nuovo quinquennio centrista
Macron proseguirà dunque sulla linea di un conservatorismo moderato, condito da elementi di social-liberalismo. E difficilmente aggredirà la più grande crisi della nostra e delle future generazioni: quella climatica. Non a caso, la Francia è stata l’unica nazione, tra i paesi membri dell’Unione europea, a non aver centrato gli obiettivi comunitari in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili. L’alternativa, in ogni caso, sarebbe stata ancora peggiore: nel programma dell’estrema destra la proposta, ai limiti dell’incredibile, prevedeva l’introduzione di una moratoria sulla costruzione di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici. E perfino il progressivo smantellamento delle pale eoliche esistenti.
Per Marine Le Pen si tratta della seconda sconfitta consecutiva al ballottaggio, contro lo stesso avversario. Non si conosce ancora con certezza quale sarà il futuro politico della leader ultraconservatrice. Una delle possibilità è che scelga di lasciare la politica.
Gli animalisti in Francia hanno una formazione politica. Il Partito Animalista non presenterà candidati presidenti ma parteciperà alle elezioni legislative.
Un raid ha causato 68 morti in un centro di detenzione per migranti dello Yemen. Gli Houthi accusano gli Usa, che nell’ultimo mese hanno condotto oltre 800 attacchi sul paese.
Besjana Guri e Olsi Nika hanno portato avanti la lotta contro nuove centrali idroelettriche sul fiume Vjosa, in Albania. L’hanno vinta e ora hanno ricevuto il Goldman Environmental Prize.
Su Facebook sono circolati diversi post che incitavano alla violenza in Etiopia. Ora alcuni cittadini hanno denunciato la società Meta per la mancata moderazione.
Ursula von der Leyen annuncia un pacchetto di investimenti di 12 miliardi di euro per rafforzare la cooperazione. E intanto le cinque repubbliche ex-sovietiche si smarcano dalla Turchia sulla spinosa questione cipriota.
Una compagnia canadese ha ottenuto i permessi per estrarre uranio nei pressi di un piccolo villaggio dell’Alaska. La comunità indigena locale degli Iñupiat non ci sta.