Epitaph

Romeo Castellucci Ubulibri, Milano 2003

Un libro per salvare una memoria fondamentale. Per trattenere uno
dei percorsi veramente significativi del teatro contemporaneo.
Questo terzo va ad integrare così i due volumi già
stampati da Ubulibri sui primi venti anni del teatro della Societas
Raffaello Sanzio. Epitaph è un libro che ha in copertina una
maschera funeraria, qualcosa che per sua natura, nella nostra
immaginazione, ha in sé più la forza del ritorno che
quella della quiete. E in tal senso questo libro è una
maschera funeraria posta all’esatto punto di svolta per una delle
compagnie più prestigiose della scena internazionale. Nel
momento in cui vengono messe in disarmo opere che hanno segnato
profondamente l’identità della nuova sena, e la compagnia si
incammina per un viaggio nell’ombra che avvolge la tragedia del
futuro e il ruolo originario del teatro, questo libro diventa una
pietra memoriale posta nel punto di svolta, un rilievo tra due
orizzonti. Un libro che definisce una età per Romeo
Castellucci e famiglia, o forse una prima vita. Raccolte in questo
volume fotografico, che si apre con alcune pagine introduttive,
firmate da critici e uomini di teatro che hanno seguito da vicino
il percorso della formazione cesenate, sono le immagini di
un’identità nel suo farsi, catturate in venti anni di affondi,
per dirla col carissimo Carroll, “attraverso lo specchio”. Questa
non può essere infatti solo una raccolta iconografica, ma
è quasi un romanzo, un’autobiografia poetica per lampi, la
martellante esposizione ad una forza imprigionata nella pellicola e
in grado di liberarsi attraverso la suggestione del lettore.

L’autore
Romeo Castellicci (regista e artista visivo). Fonda a Cesena, nel
1981 la Societas Raffaello Sanzio assieme alla sorella Claudia
Castellucci e alla moglie Chiara Guidi. Affiancando alla ricerca
artistica una profonda riflessione teorica il gruppo si è
imposto come una delle più significative esperienze artistiche
di questi anni. Tra gli spettacoli più importanti ricordiamo
Santa Sofia. Teatro Khmer (1986), Amleto. La veemente
esteriorità della morte di un mollusco (1992) e Genesi. From
the Museum of Sleep (1999).

…due righe
Il solo modo di giudicare per
me rimane la bellezza. Una cosa è bella quando ti porta
lontano, laggiù dove tu non sai, dove non ti aspetteresti mai
di essere. La bellezza è violenta e devastante come un
fulmine, una scossa. Non è mai giusta. Non ha argomenti. Non
è né conciliante, né positiva. … Là dove le
parole cominciano a perdere il loro peso narrativo, dove non
possono affrontare lo spavento di quel che non possiamo capire, di
fronte all’enigma della vita, là solo l’estetica ci può
offrire di attraversare i corpi e il naufragio della
parola.
Perché andare in libreria
Per il lettore questo è un iter fulminante nei territori
più integramente classici del teatro nostro contemporaneo.

Gian Maria Tosatti
LifeGate
Teatro

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