Scrivere poesie non è un arte d’elite o una competenza
alla portata di pochi, è, invece, una modalità
espressiva alla portata di tutti una volta compreso il suo segreto.
La poesia è una complessa forma comunicativa e scrivere poesie non è facile, ma, con la debita applicazione e l’apprendimento delle tecniche, è possibile avvicinarsi a questo mondo. D’altronde, come ha scritto Alessandro Carrera nel libro I poeti sono impossibili, “leggere poesia è più faticoso che scriverla”.
Scrivere poesie è dar voce al cuore
Il segreto è l’abbraccio, il calore, il colore, l’allargamento degli orizzonti, prima di tutto interiori. Il segreto è oltrepassare i limiti che questa nostra cultura sembra imporci di rimanere focalizzati solo sul linguaggio della mente, sulla sfera razionale, sul rigore mentale e la logica stringente. La poesia irrompe in questo spazio coerente e ordinato con immagini che esulano dalle regole del linguaggio quotidiano per richiamare in primo piano emozioni, sensazioni, sogni, speranze, ideali, passioni, desideri, speranze, timori, aspettative, intuizioni, aneliti, ideali, gioie e dolori. Tutto quello che non trova mai spazio nelle conversazioni formali con amici e colleghi e quindi che non trova mai spazi per uscire.
“Hai molto dentro di te, perché non lo getti fuori?” si dice Walt Withman, ma il suo è un appello valido per ognuno di noi. E come “gettarlo fuori”? La poesia è uno dei modi. La poesia rompe le regole non scritte e, ingenuamente, ritenute invalicabili, spalanca le porte del possibile e allarga immensamente l’attenzione e la sensibilità oltre confini mai esplorati. La poesia ci rende consapevoli che il mondo è molto più grande di quello che ci hanno insegnato a percepire e che possiamo inventarlo e reinventarlo in ogni momento, semplicemente decidendo da quale parte guardarlo e farlo guardare. La poesia è rivoluzionaria, perché mette in gioco l’ordine costituito, facendo intravedere nuove possibili letture della realtà.
Per scrivere una buona poesia occorre un certo mix di talento e tecnica. Non occorre tuttavia essere poeti per scrivere poesie, occorre scoprirsi – e “coltivarsi” – attenti, sensibili, creativi e spiritosi. Scrivere poesia vuol dire utilizzare la lingua in modo creativo, giocando con i legami di senso e di suono tra le parole, esprimendo sentimenti e percezioni attraverso le parole, giocando a scombinare i nessi logici tra i vocaboli. La regola è che non ci sono regole. E, quando ci sono, diventa parte del gioco sapere di avere la libertà di seguirle oppure di romperle. Scrivere in rima o in terzine o quartine, per esempio, anche se limitante, può essere molto stimolante per la creatività, ma il momento in cui lo spazio disponibile non basta più, si può sempre “cambiare gioco” e cercare la forma che meglio si adatti al contenuto interiore che vuole uscire fuori.
Le poesie, eccetto forse le poesie d’amore, non le scriviamo per gli altri, le scriviamo per noi. Condividerle è pertanto un gesto di grande intimità, espressione del desiderio di farsi conoscere e riconoscere per ciò che si è, tutti interi e non solo al facciata che gli altri sono abituati a vedere. Se scrivere poesie è un momento dedicato a noi stessi, farle leggere è allo stesso tempo un dono per gli altri e una affermazione di interezza e autenticità per sé.
Come iniziare a scrivere poesie
Uno dei principali “nemici” degli scrittori e dei poeti è il famigerato blocco dello scrittore. Qualche spunto per vincere le resistenze e cominciare a giocare con le parole, preludio per giungere infine a scrivere le proprie poesie:
Inventario: fare un elenco di “immagini” riferiti a stagioni, persone, momento del giorno, eventi, valori.
Identificazione: scegliere una parola, un animale, un elemento della natura con cui si sente un legame particolare. Identificarvisi e parlare da quel particolare punto di vista.
Definizione: focalizzarsi su un tema, un valore, una parola, scrivere di seguito aggettivi o parole che lo descrivono e concludere con un paragone.
Associazione: come il precedente, ma spaziare liberamente, con associazioni libere, nella scelta delle parole e aggettivi da riferire al tema di partenza.
Ricordo: elencare i ricordi più vivi relativi a una persona, un luogo, un periodo ecc.
Anafora: iniziare ogni strofa con le stesse parole.
Acrostico: scrivere dei versi che inizino ognuno con una lettera di un nome.
Elenco: fare una lista di oggetti, situazioni, pensieri ed emozioni legate a un luogo o un evento.
Definizione del sentimento: a partire da una emozione o sentimento elencare tutto ciò che richiama in noi (come pensieri e immagini) o tutti i modi in cui si manifesta (sensazione fisica, percezioni sensoriali).
Biografia: elencare brevissime riflessioni su “ciò che sono”, “ciò che vorrei essere”, “ciò che posso diventare”.
Inventario: elencare tutti ciò che si ha di prezioso (naturalmente, non solo in senso materiale).
Metafora: descrivere oggetti o situazioni usando altre immagini che li ricordano.
Haiku: prendere spunto dall’osservazione della natura, come nei brevi componimenti giapponesi (4-6 versi), esprimendo le sensazioni che questa ci suscita.
Macedonia poetica: fotocopiare versi di poesie note, tagliarli a fettine e ricomporli a piacere.
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