Rinnovabili, efficienza energetica e mobilità elettrica stanno decretando l’inesorabile declino dell’industria fossile, un’analisi di Bloomberg New Energy Finance.
L’Europa non finanzierà più le fonti fossili (fatta eccezione del gas)
L’Unione Europea non finanzierà più le fonti fossili (fatta eccezione del gas). Decisivo il ruolo dell’industria e dei cittadini nella transizione energetica.
Il pacchetto energia dell’Unione europea è centrale per la transizione energetica verso un’economia a emissioni zero, e gli obiettivi devono essere ambiziosi, perché le possibilità tecnologiche ci sono e le imprese sono pronte a giocare la loro partita. È quanto è emerso a Bruxelles, in Belgio, durante la conferenza di alto livello “Clean energy financing” promossa dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
Il prossimo bilancio dell’Unione Europea deve essere un “Bilancio politico”, così lo ha definito Tajani, perché deve avere degli obiettivi politici, che per l’Europa in materia di energia si traducono in un aumento dei fondi per rinnovabili, efficienza energetica e trasporti. Obiettivo finale la lotta ai cambiamenti climatici. “Ogni euro investito per ridurre le emissioni ha un grande valore sia come volano economico sia come effetto mitigatore per contrastare potenziali catastrofi ambientali. È necessario quindi incentivare maggiori investimenti pubblici e privati, nell’ordine di centinaia di miliardi di euro l’anno in efficienza energetica e fonti rinnovabili.” ha detto Tajani.
With the right #CleanEnergyEU finance, Europe can achieve its climate targets https://t.co/x24hhAeG06 @MAC_europa @pepeblancoEP @Bulc_EU
— EP Research Service (@EP_ThinkTank) 7 novembre 2017
Il pacchetto “clean energy”
Gli obiettivi proposti dalla Commissione europea al 2030 prevedono 27 per cento di rinnovabili nel consumo finale di energia nell’Ue, 27-30 per cento di efficienza energetica e 40 per cento di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990. Ma i giochi non sono ancora conclusi, Parlamento e Consiglio europeo non hanno ancora approvato il pacchetto e hanno posizioni diverse, sia tra loro, sia rispetto alla Commissione Ue e non c’è da nascondere che il Consiglio stia puntando al ribasso, atteggiamento che ha chiaramente infastidito Miguel Arias- Cañete, Commissario Ue per l’Energia, mentre il Parlamento punta a un 30 per cento di rinnovabili e 40 percento di efficienza energetica. Secondo quanto annunciato il pacchetto energia contribuirà ad aumentare dell’1 per cento il pil europeo nei prossimi dieci anni e creerà 900mila posti di lavoro.
L’Europa in prima linea per la transizione energetica
Oggi il 30 per cento dell’elettricità prodotta in Europa arriva dalle fonti rinnovabili, ha detto Cañete, e nel 2030 la quota dovrà arrivare al 50 per cento.
Ma il fatto importante è che in Europa è già avvenuto il disaccoppiamento tra crescita economica ed emissioni, in altre parole l’economia cresce senza che crescano le emissioni di gas serra. Dal 1990 al 2016 l’economia è cresciuta del 53 percento, mentre le emissioni sono diminuite del 23 per cento, grazie soprattutto all’innovazione tecnologica.
Avanti dunque anche senza gli Stati Uniti, che con l’amministrazione Trump hanno deciso di abbandonare l’Accordo di Parigi.
Servono soldi e un quadro normativo certo
Servono circa 400 miliardi di euro l’anno dal 2021 al 2030 per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione, 177 miliardi euro in più l’anno rispetto a quello che è stanziato ora. I fondi pubblici da soli non ce la possono fare, serve un’alleanza con il mondo dell’industria che deve investire nel settore, ma per farlo necessita di un quadro normativo stabile che garantisca certezza giuridica a investimenti che hanno tempi lunghi di rientro.
Le tecnologie sono mature, gli incentivi non servono, ma certamente è necessario ‘trovare una par condicio degli incentivi’. “Oggi 112 miliardi di euro l’anno se ne vanno in sussidi alle fonti fossili, è evidente che qualcosa deve cambiare”, come ha sottolineato Monica Frassoni, presidente dell’European alliance to save energy. Nessuna infrastruttura energetica che va contro la direzione intrapresa di azzeramento delle emissioni di carbonio verrà più finanziata dall’Unione Europea, ad eccezione del gas.
Il gas accompagnerà la transizione
L’Europa punta sul gas come soluzione transitoria, per decenni dovremo ancora avere a che fare con le fonti fossili. “Il gas è un’ottima soluzione per la transizione energetica ed è impensabile eliminarlo nel breve periodo. Inoltre, sarà sempre necessario per il settore chimico e agricolo, mentre il coke continuerà ad essere impiegato per decenni dall’industria siderurgica”, ha spiegato Jerzy Buzek, presidente della commissione Itre. Inutile dire che questa posizione ha diffuso un certo scetticismo tra i sostenitori delle rinnovabili che vedono negli investimenti sul gas un atteggiamento miope.
Alleanza con i cittadini
Normativa a parte, la transizione energetica e il processo di decarbonizzazione può avvenire solo se c’è il coinvolgimento di tutti i cittadini, che devono essere non solo informati, ma anche consapevoli della necessità di raggiungere gli obiettivi che l’Europa si è data per rispettare l’Accordo di Parigi e contenere l’innalzamento delle temperature sotto i 2°C rispetto ai valori del 1990.
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