
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Un recente rapporto pone il nostro Paese ai vertici nello sviluppo delle energie rinnovabili. Con un 17 per cento di produzione, siamo tra i primi posti.
L’Italia terzo Paese per i progressi ottenuti nello sviluppo delle energie rinnovabili negli ultimi 5 anni. Solo dopo Danimarca e Stati Uniti. Lo rivela uno studio realizzato da General Electric e dall’istituto tedesco Handelsblatt Research sulla transizione energetica, incentrato su 24 Paesi Ocse e Brics. La relazione analizza i progressi compiuti dai vari Stati in vari campi, dall’espansione delle fonti di energia rinnovabile, alla sostenibilità ambientale. Dall’efficienza economica alla sicurezza delle forniture energetiche.
“Lo studio dimostra che l’Italia ha compiuto notevoli progressi negli ultimi 5 anni, avviando una trasformazione del proprio settore energetico. Il Paese ha notevolmente sviluppato le sue fonti energetiche rinnovabili, che potrebbero rappresentare un’opportunità per diventare meno dipendente dalle importazioni di combustibili fossili”, commenta Sandro De Poli, presidente General Electric Italia.
Secondo il rapporto infatti l’Italia ha raggiunto il 17 per cento della produzione di energia da fonti rinnovabili, vicinissima agli obiettivi 20-20-20. Nonostante ciò lo studio sottolinea che, date le favorevoli condizioni climatiche, potremmo dare un ulteriore impulso alle rinnovabili, solare ed eolico in primis. Avviso dovuto anche al fatto che il 70 per cento dell’elettricità viene ancora prodotto interamente da combustibili fossili.
“Le energie rinnovabili – sottolinea De Poli – hanno bisogno anche di una fonte di energia complementare e flessibile. Per formare un mix energetico stabile ed efficiente riteniamo che il gas naturale sia in grado di fornire loro un complemento efficiente e con il minimo impatto ambientale”.
Dalle pagine del rapporto emerge anche un’altra nota positiva: siamo stati il primo Paese tra quelli industrializzati ad abbandonare il nucleare. Posizione rafforzata nel 2011 con un ulteriore referendum. Inoltre l’Italia viene elogiata per gli sforzi su efficienza energetica e sicurezza sugli approvvigionamenti.
“Sono necessari investimenti significativi non solo in Italia, ma anche in tutta l’UE, per potenziare la nostra infrastruttura ed abbattere le attuali barriere ad un mercato di gas ed energia efficiente – conclude de Poli – che permetta di ridurre i costi per il sistema industriale europeo: è evidente che un lavoro di squadra basato su un’interazione sempre maggiore vada a tutto vantaggio dell’area”.
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