Il mondo è cambiato e la fotografia ne è testimone: torna il Festival della fotografia etica di Lodi

Come sono cambiati i luoghi, le vite e la società in questo 2020? Gli Sguardi sul nuovo mondo raccontati a Lodi ci aiutano a capirlo. Torna la fotografia che parla alle coscienze.

Che anche in questo destabilizzante 2020 si svolga il Festival della fotografia etica a Lodi, è qualcosa che ci conforta. Da oltre dieci anni infatti è l’occasione per fare un giro del mondo, tutt’altro che superficiale, tra i fatti che accadono. Tutto attraverso gli scatti di decine di fotografi di ogni parte del mondo capaci di raccontare, con l’immediatezza che solo questa arte possiede, vite e luoghi lontani e prossimi. Non sarà un’edizione come un’altra però: nulla è passato senza lasciare un segno, specie in questi territori. Così, oltre che a Lodi, alcuni scatti saranno esposti a Codogno, perché parlare di etica per immagini abbia un senso ancora più ampio. Ogni week end, dal 26 settembre al 25 ottobre, è quello giusto.

Le mostre, i temi, i fatti del mondo a Lodi e Codogno

Uno sguardo sul mondo è il sottotitolo di questa undicesima edizione del Festival della fotografia etica, quasi a esplicitare la missione che da sempre porta avanti questa manifestazione: mostrare, raccontare i fatti per comprenderne la complessità senza dimenticare di instillare dubbi e far vacillare certezze spesso scaturite dalla poca introspezione. Un obiettivo ambizioso che negli anni è stato raggiunto, a giudicare dalla presenza di pubblico – sempre crescente – , dalla qualità dei fotografi presenti e dal dibattito che le mostre generano.

Perché un festival coglie nel segno quando fa emergere qualcosa che non ha ancora avuto la forza – o l’occasione – di venire a galla. Così forse cominceremo a parlare, grazie agli scatti di Dario De Dominicis (To the left of Christ, sezione Madre Terra), della baia di Guanabara, dove nel porto naturale di Rio de Janeiro, lo sviluppo industriale si sta accaparrando il territorio a discapito della pesca tradizionale.

Festival fotografia etica Lodi
20 febbraio 2019 Comunità Autonoma di Huañaco Millao, Ercilla, IX Regione di Araucania, Cile. Claudio Andres Huentecol è il portavoce della sua comunità. È stato arrestato per aver sostenuto i recuperi territoriali. Nel carcere di Collipulli fu torturato e fece uno sciopero della fame di 47 giorni chiedendo la sua libertà e il riconoscimento della sua innocenza © Pablo Ernesto Piovano

Altri tre validi reportage nella medesima sezione: Pablo Ernesto Piovano in The awakening of ancient voices racconta la lotta per la propria sopravvivenza della comunità Mapuche in Sudamerica; il canadese Aaron Vincent Elkaim con A State of Erosion ci porta invece in Canada tra le difficoltà delle comunità dei nativi nella provincia di Manitoba a seguito della crisi del settore idroelettrico; infine l’olandese Jasper Doest scatta con Flamingo Bob, quasi una favola, quella di un fenicottero rosso divenuto testimonial ufficiale di una realtà per la sensibilizzazione ambientale.  Tutte queste mostre saranno visitabili all’aperto, negli spazi pubblici della città, altra novità dell’edizione 2020.

Festival fotografia etica Lodi
Regno Unito. Londra. 19 ottobre 2019. Famiglie pranzano in un ristorante mentre guardano la gente marciare a Londra a favore della campagna People’s Vote sulla Brexit. L’opposizione alla Brexit è stata espressa nella capitale attraverso una serie di marce a cui hanno partecipato ogni volta dalle 750 mila al milione di persone © Andrew Testa

2020: l’anno che nessuno dimenticherà negli scatti del Festival della fotografia etica

Sul mondo però non si è abbattuta solo la pandemia in questo ultimo anno, anche se spesso è solo questo fatto a catalizzare il mondo dell’informazione. Così al Festival della fotografia etica di Lodi si “parlerà per immagini” delle proteste a Hong Kong; dell’Inghilterra al tempo della Brexitil grazie al lavoro A nation divided del britannico Andrew Testa, mentre in Black Summer di Matthew Abbott sono raccolti gli scatti testimoni degli incendi che ogni anno devastano violentemente l’entroterra australiano.

Non sarà un appuntamento covid-free: presenti anche qui inevitabili reportage su ciò che più ci ha sconvolto nel 2020 ma saranno solo parte dello sforzo di narrazione che il festival si propone. Segnaliamo le mostre all’interno di uno spazio del tutto nuovo chiamato Storie di Coraggio e, chiaramente, quelle che costituiscono il cuore del festival, le vincitrici del World report award. Tra queste ci colpiscono per forza comunicativa e immeditezza le foto di Rosa Maraniello che in Vitiligo, racconta il mondo, così visibile e insieme ignoto, di chi è afflitto da vitiligine.

Festival fotografia etica Lodi
L’Avana, Cuba – 2018 maggio 05: Ana Yisel, 6 anni, in posa nella sua casa di famiglia. Aveva le prime macchie di vitiligine sui genitali quando aveva 3 anni. Lei è iperattiva e ora ha le macchie di vitiligine su circa il 60% del suo corpo. La lozione cubana alla vitiligine non funziona sulla sua pelle. I cubani che soffrono della condizione devono sottoporsi a terapia psichica perché il Sistema Sanitario Nazionale cubano, vede la vitiligine un mero problema psicologico causato da stress o traumi © Rosa Mariniello

Le novità del festival

Ci sono cose che non cambiano, come il Ffe – Off, un circuito di mostre fotografiche, esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città. E altre che invece devono necessariamente subire delle modifiche per preservare la salute di tutti: niente più braccialetto arancione al polso e la possibilità di visitare il festival in giorni diversi. Ora è necessario acquistare on line i biglietti (che saranno limitati) e l’accesso  sarà valido solo per una giornata. Rimangono sia mostre a ingresso libero che altre a pagamento. Presto sul sito ufficiale saranno aperte le vendite.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati
Gli scatti di Brassai, definito “l’occhio di Parigi”, in mostra a Milano

Gyula Halasz è il suo vero nome, ma per tutti è solo Brassai. Il fotografo naturalizzato francese — che in realtà francese non è — è stato definito l’occhio di Parigi, perché qui visse a lungo, considerandosi a pieno un suo cittadino e lasciando come testimonianza del suo profondo legame con la città, alcuni reportage

La top 10 delle mostre d’arte da visitare nel 2024 in Italia

L’inizio del nuovo anno e l’imminente break natalizio sono un’ottima occasione per visitare musei e gallerie e godere delle migliori mostre d’arte in programma per il 2024. Come ogni anno, vi segnaliamo la nostra top 10 tra la vasta programmazione espositiva in Italia per girare il paese e nel frattempo approfondire o scoprire artisti e