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La fiamma olimpica è stata accesa in Giappone ma la staffetta è stata cancellata in seguito alla decisione di rinviare i giochi all’anno prossimo. Rimane ancora incerta la data d’inizio di Tokyo 2020.
Aggiornato al 31 marzo
Sono state rese note le nuove date di Olimpiadi e Paralimpiadi: dal 23 luglio all’8 agosto 2021 si terranno le Olimpiadi; dal 24 agosto al 5 settembre 2021 le Paralimpiadi.
Aggiornato al 25 marzo
Il Giappone non ha voluto rinunciare alla cerimonia di arrivo della fiamma olimpica il 20 marzo che sarebbe dovuta partire per una staffetta in tutto il paese: l’ultima fase del “road to Tokyo” che sarebbe dovuto culminare nelle Olimpiadi e nelle Paralimpiadi del 2020, che però sono state ufficialmente rinviate. Nonostante i dubbi sulla fattibilità di organizzare i giochi mentre è in corso una pandemia che sta mettendo in ginocchio paesi interi, le autorità giapponesi credono ancora nel sogno di ospitare l’evento più importante del calendario mondiale, e quindi dare un senso ad anni di sudore e preparazione. E così il primo ministro Shinzo Abe e il Cio, il Comitato olimpico internazionale, hanno annunciato il rinvio dei giochi, che verranno disputati entro l’estate dell’anno prossimo.
Lo slogan “Hope lights the way” (la speranza illumina il percorso) era stato scelto per la staffetta di Tokyo 2020 che sarebbe dovuta partire il 26 marzo ma che è stata cancellata. Intanto, la fiaccola rimarrà nel paese “come simbolo di speranza per il mondo in questi tempi incerti e per rappresentare la luce in fondo al tunnel”, secondo le dichiarazioni degli organizzatori. Il suo viaggio è iniziato ancor prima di raggiungere il paese asiatico: il 12 marzo, presso lo stadio di Olimpia, in Grecia, in cui venivano disputate le Olimpiadi in antichità, si è tenuta la tradizionale cerimonia di accensione. E benché la patria dei giochi abbia deciso di cancellare tutte le tappe della staffetta sul suo territorio come misura preventiva contro la diffusione di Covid-19, ha comunque voluto ospitare l’evento di consegna della fiaccola ai rappresentanti di Tokyo 2020, ma senza pubblico, presso lo stadio Panathinaiko di Atene.
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La fiamma è partita giovedì 19 marzo a bordo dell’aereo ufficiale di Tokyo 2020 e il giorno seguente ha raggiunto la base aerea militare della città di Matsushima nella prefettura settentrionale di Miyagi, la più colpita dal terremoto e dal maremoto del Tōhoku che a marzo 2011 ha causato il disastro nucleare di Fukushima e la morte di oltre 20mila persone. Qui è stata accolta da un pubblico sopratutto di addetti stampa in seguito alla decisione di non aprire le porte della cerimonia ai cittadini della zona come inizialmente previsto. La folla ridotta ha ascoltato l’intervento del presidente di Tokyo 2020 nonché ex primo ministro giapponese Yoshiro Mori, che nel suo breve discorso fatto principalmente di ringraziamenti ha dichiarato che “è stata annullata la presenza dei bambini che avrebbero dovuto dare il benvenuto alla fiaccola, per non metterli a rischio. Faremo del nostro meglio per organizzare un evento sicuro”.
Due degli ambasciatori ufficiali della staffetta della fiamma olimpica, la lottatrice Saori Yoshida e il judoka Tadahiro Nomura, entrambi vincitori di tre ori olimpici per il Giappone, hanno acceso il calderone posizionato al centro del palco. Per farlo hanno utilizzato la torcia creata appositamente per i giochi di Tokyo 2020, fatta per il 30 per cento con alluminio recuperato dalle strutture usate per ospitare gli sfollati del disastro del 2011. La torcia color oro e sakura, ovvero fiore di ciliegio, è fatta da un’unico pezzo di metallo ed è stata prodotta con la stessa tecnica utilizzata per la manifattura dei treni ad alta velocità Shinkansen. La sua forma a cinque punte, come il numero di cerchi del simbolo olimpico, richiama quella dei tanto amati sakura – tra l’altro, l’inizio della staffetta coincide proprio con il periodo dell’hanami, la fioritura dei ciliegi. Questa però sarà una primavera diversa anche per il Giappone, dove sono stati vietati i tradizionali assembramenti di questa stagione per limitare la diffusione del coronavirus.
Nonostante provvedimenti di questo tipo, il comitato organizzativo di Tokyo 2020 ha ribadito che non ha intenzione di rinunciare a ospitare la manifestazione. In seguito a una video conferenza tra i leader dei paesi del G7 il 19 marzo, il primo ministro giapponese Shinzo Abe aveva detto di avere comunicato agli altri capi di stato la volontà del suo governo di andare avanti come previsto e di avere ricevuto il loro sostegno. Ma lunedì 23 marzo per la prima volta ha parlato pubblicamente dell’inevitabilità di un rinvio.
Da parte sua il Cio ha rinnovato il sostegno per Tokyo 2020 dichiarando che “cancellare l’evento significherebbe distruggere il sogno di 11mila atleti di 206 comitati olimpici nazionali e della squadra di atleti olimpici rifugiati“, nelle parole del presidente Thomas Bach. “Cancellarlo sarebbe la decisione più ingiusta per tutti”. In seguito alle pressioni di diversi comitati nazionali e della decisione dell’Australia e del Canada di ritirarsi dai giochi, martedì 24 marzo Abe e Bach hanno reso nota la decisione finale di rinviare i giochi.
Voglio che il Giappone ospiti le Olimpiadi e le Paralimpiadi in modo perfetto, per dimostrare che l’umanità è in grado di sconfiggere il nuovo coronavirus. Shinzo Abe, primo ministro del Giappone
Ad accogliere la fiamma olimpica a Matsushima il 20 marzo non c’erano solo giornalisti e cariche istituzionali ma anche centinaia di persone che si sono riunite fuori dalla base militare per assistere all’esibizione di acrobazia aerea della squadra “Blue impulse” (in dubbio fino all’ultimo momento a causa del forte vento). Anche molti degli abitanti della cittadina e del territorio circostante si sono riuniti per accogliere la fiamma olimpica portata dagli ambasciatori Mikio Date e Takeshi Tomizawa del duo comico Sandwichman a bordo di un veicolo messo a disposizione da Toyota, partner ufficiale di Tokyo 2020.
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Dopo essere stata esposta a Miyagi e nelle prefetture di Iwate e Fukushima, anch’esse fortemente colpite dal terremoto e dal maremoto di Tōhoku, la fiamma doveva partire da quest’ultima il 26 marzo per un viaggio lungo 121 giorni che avrebbe visto 10mila tedofori portarla in tutte le 47 prefetture giapponesi. Oltre a essere la staffetta della speranza, doveva essere anche quella della ripresa e della ricostruzione per i cittadini che portano ancora le ferite del disastro di nove anni fa. E come dimostra l’entusiasmo delle persone scese in strada a Matsushima per salutare la fiamma – sventolando bandiere giapponesi e olimpiche in un clima di festa – la voglia di queste zone di rinascere arde come il fuoco nella torcia. Resta da vedere se questo sentimento sarà condiviso anche dal resto del mondo entro l’inizio di Tokyo 2020 a data da destinarsi.
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