Gabriele Salvatores e il Milano film festival. Riavviciniamo le persone al cinema, l’arte di tutte le arti

Dal 28 settembre al 7 ottobre si svolge l’edizione numero 23 del Milano film festival. Una piattaforma per il cinema indipendente che si rinnova e guarda al resto del mondo grazie alla direzione artistica del regista Gabriele Salvatores. L’intervista in esclusiva.

Un’edizione dal respiro internazionale, innovativa e con un obiettivo molto chiaro: riavvicinare le persone al cinema. Parte così il 23esimo Milano film festival, in programma nel capoluogo lombardo dal 28 settembre al 7 ottobre. A guidarlo da quest’anno c’è un nome di primo piano del nostro cinema: il regista Gabriele Salvatores, chiamato come co-direttore artistico, accanto ad Alessandro Beretta, direttore dal 2011.

Il regista Gabriele Salvatores
Il regista Gabriele Salvatores è direttore artistico della 23esima edizione del Milano Film Festival © Milano Film Festival

A spiegarci l’importanza di questa missione di “riavvicinamento” e come e perché Milano sia il luogo giusto per portarla avanti è stato proprio Gabriele Salvatores, attualmente impegnato sul set triestino del suo prossimo film Se ti abbraccio non avere paura (tratto dall‘omonimo romanzo di Fulvio Ervas) e nondimeno coinvolto e desideroso di portare la propria esperienza e la propria visione al servizio di questa manifestazione.

Nel presentare la nuova edizione lei e Alessandro Beretta (co-direttore artistico) avete precisato che questo non sarà un festival di cinema ma sul cinema. Cosa intendete?
La logica che sta alla base è il desiderio di avvicinare il pubblico al cinema. Di festival però ce ne sono già tanti, forse anche troppi, e quindi abbiamo cercato una formula diversa e impostato tutta la rassegna in modo cross-mediale (una parola che odio!), intrecciando tutti i mezzi che hanno a che fare col cinema. Bernardo Bertolucci una volta disse che il cinema è l’arte di tutte le arti perché, in effetti, può contenere tutte le forme artistiche: dalla musica alla danza e tutte le arti figurative. Senza contare l’aspetto dei costumi, che si può riferire alla moda, quello delle scenografie, legato all’architettura, ma anche la fotografia e la video-arte. Quindi quest’anno il tentativo è di fornire al pubblico una serie di appuntamenti che non siano solamente la visione dei film, ma anche installazioni, incontri con gli stilisti e con i musicisti.

Può farci qualche esempio?
Il film Ammore e malavita (tra gli eventi speciali in programma il 4 ottobre alle 20:30 al cinema Anteo, ndr) ha tra i protagonisti Raiz, frontman degli Almamegretta, che verrà al festival non solo a presentare il film ma anche a fare un concerto (sempre il 4 ottobre in piazza XXV aprile alle 21, ndr). Sostanzialmente l’idea è quella di far vedere che il cinema non è solo la proiezione di un film, ma che ha tutta una serie di aspetti, che partecipano alla dimensione cinematografica. Questo anche perché il pubblico deve un pochino riaffezionarsi all’idea di vedere un film in una sala, ma non si può pretendere che questa cosa succeda all’improvviso.

Quello di riavvicinare il pubblico (soprattutto giovane) al cinema, è un tema che le è particolarmente caro e per il quale si sta spendendo da tempo. Il Milano film festival riparte, dunque, con questa missione specifica?
Sì, il discorso è che purtroppo il pubblico italiano, e non il pubblico in generale, si è disaffezionato dal prodotto nazionale. Cosa che non è accaduta, per esempio, in Francia, dove sia gli spettatori che le leggi hanno sempre sostenuto il proprio cinema. Quindi uno dei lavori grossi da fare qui è sulle nuove generazioni, per far sì che rinasca in loro l’amore per il grande schermo. In quest’ottica rientra anche il mio investimento di sei anni sul progetto de Il ragazzo invisibile e sul cinema per famiglie.

Quali sono stati i parametri per la selezione delle opere di questa edizione?
Il tentativo è di non avere film mainstream, ma di scegliere film particolari e autori eccentrici. Cito per esempio Gaspar Noé o Romain Gavras (entrambi nella sezione Outsiders con i film Climax e The world is yours, ndr): registi molto importanti, ma meno conosciuti dal pubblico. D’altra parte il nostro desiderio, anche per le edizioni future, è di individuare in giro per il mondo film di attualità che tocchino argomenti che possano riguardarci direttamente e che contengano in sé contaminazioni con altre arti. Alessandro Beretta, co-direttore del festival, da tanti anni frequenta festival e ha creato un gruppo di giovani e bravi selezionatori, a cui abbiamo affiancato due critici teatrali e cinematografici che stimo molto: Boris Sollazzo e Antonello Catacchio.

Il suo legame con Milano ha giocato un ruolo importante nella decisione di aderire a questo progetto?
Sicuramente. Io sono nato a Napoli, ma poi ho vissuto a Milano e questa è la città che mi ha dato la possibilità di crescere anche artisticamente e culturalmente. Dunque sentivo che era venuto il momento di restituirle qualcosa. Il Teatro dell’Elfo (fondato da Salvatores insieme ad altri artisti, ndr) è nato a Milano negli anni Settanta, perché qui c’era un movimento teatrale importante, così come quello della musica rock alternativa. Milano è stata anche la città dei primi teatri pubblici, come il Piccolo Teatro, e dove il cinema ha cercato strade diverse da quelle romane, sia a livello espressivo che contenutistico.

La sua partecipazione al festival in qualità di direttore proseguirà anche in futuro?
È sempre difficile dire cosa succederà, ma l’idea è quella di continuare questa avventura. Purtroppo in Italia è molto difficile fare sistema e mettere d’accordo le persone. Però Milano sarebbe la città giusta per provarci, perché qui c’è la moda, il design, l’editoria, l’editoria musicale, il teatro. Tutte cose che potrebbero essere convogliate in un festival come questo.

Milano Film Festival
Inaugurato nel 1995 il Milano Film Festival è una rassegna internazionale di film indipendenti e innovativi © Milano Film Festival

Milano Film Festival: il programma dell’edizione 23

Le sezioni prevedono un concorso internazionale di lungometraggi (8), che includono opere prime o seconde e spaziano tra i generi della tragicommedia, della crime story, fino alla saga famigliare e all’erotismo in costume; un concorso di cortometraggi (38) che cercano di abbracciare il panorama più vasto possibile, con tanti temi interessanti e approcci diversi; The Outsiders (9), ovvero il fuori concorso del festival, presentato come “una scelta di film dinamici e che fan saltare gli schemi” e che includerà anche il film Diamantino di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt, vincitore del Grand prix all’ultima Semaine de la Critique; Ultra Reality, dedicata a esperienze di realtà virtuale e contenuti “immersivi”, tra fiction e documentari (16); Focus animazione, con una maratona di corti fissata per la sera del primo ottobre al Cinema Anteo; un omaggio a Matteo Garrone, con la proiezione di alcune delle sue prime opere e un incontro con il regista aperto al pubblico il primo ottobre alle 20:00 presso la Cineteca Spazio Oberdan; e ancora mostre, performance e musica.

A quest’ultima in particolare sarà dedicato spazio in piazza XXV aprile, all’ombra dell’arco di Porta Garibaldi, con tanti concerti, ospiti e dj set che attraversano i generi e le arti: dal folk su basi elettroniche (Himler) a un duo punk mascherato con batteria e game boy (Arottenbit), fino alla serata a tema Grease con i dj dell’Atomic Bar (mercoledì 3 ottobre). Sul sito del festival il programma completo day by day.

Anteo Palazzo del Cinema a Milano
Anteo Palazzo del Cinema è una delle nuove location dell’edizione 2018 del Milano Film Festival © Anteo Palazzo del Cinema

I luoghi del festival

Con sette location dislocate sul territorio meneghino, tra cui il nuovo Palazzo del cinema Anteo, lo spazio Oberdan, il Piccolo Teatro Studio Melato, Palazzo Litta, Cascina Cuccagna, il Base e un cuore pulsante che batterà in piazza XXV aprile, la manifestazione cercherà, non soltanto di coinvolgere gli appassionati, ma anche di incuriosire e stuzzicare l’interesse di giovani e neofiti meno avvezzi ad entrare in una sala cinematografica.
Il festival è promosso da Esterni con il patrocinio del Comune di Milano. Main partner è Lavazza.

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