Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.
Le galline ornamentali e la tutela della biodiversità
L’allevamento delle galline ornamentali permette di preservare la biodiversità della specie avicola e conoscere i pennuti come compagni di vita.
Di galli e galline so veramente poco. E ancora mi pongo l’annosa e insoluta domanda se sia nato prima l’uovo o la gallina. Dall’abisso della mia ignoranza mi sono però innamorata delle gallinelle della mia amica Valentina – strane creature col ciuffo e gli occhietti vispi, completamente diverse da quelle da me conosciute – e mi è venuta voglia di saperne di più su razze diverse allevate non a scopi alimentari, ma per conservare la biodiversità della specie e garantire soggetti in salute. Ecco cosa ho scoperto.
Il vasto mondo delle galline ornamentali
Si chiamano galline ornamentali e sono razze avicole diverse – in Italia ce ne sono più di 350, ognuna con uno standard specifico (come succede nei cani o nei gatti di razza) che deve essere rispettato. “L’allevamento di galline ornamentali prevede la selezione di razze la cui attitudine produttiva, sia essa di carne o uova, non sussiste in quanto sono soggetti che spiccano per la sola bellezza del loro portamento, struttura corporea, piumaggio ecc.”, mi spiega un esperto, il dottor Alessandro Guerrini, assegnista di ricerca presso l’Università di Milano.
“Quando parliamo invece di allevamento di razze per la produzione di carne o uova, parliamo più generalmente di allevamento rurale di pollame. Ciò non toglie che razze nate per la produzione di carne o uova siano allevate anche a scopo ornamentale, per la selezione solo ed esclusiva in base allo standard previsto”. Ma, a parte l’aspetto fisico più o meno accattivante all’occhio di chi le sceglie, a cosa servono nell’economia della specie queste galline? In pratica per mantenere la biodiversità e garantire, nel tempo, gli incroci necessarie per conservare sane e in salute le razze avicole. E, per farlo, esiste un’associazione che si prende cura della loro selezione e conservazione.
Un’associazione che si occupa di promuovere la conoscenza e l’interesse per gli avicoli
“L’Avi.La. (Associazione avicoltori laziali) è affiliata alla Fiav (Federazione italiana delle associazioni avicole) ed è la federazione nazionale senza fini di lucro che si occupa di promuovere la conoscenza degli avicoli, del corretto sistema di allevamento e della gestione a scopo ornamentale ed espositivo. L’associazione organizza mostre e corsi specifici e si occupa, oltre alla selezione delle razze già riconosciute, del recupero e della salvaguardia di quelle in via di estinzione”, mi spiega Valentina Pacifici che da anni alleva galline ornamentali.
“Essere associati è sicuramente un vantaggio perché si può godere di un confronto e di una formazione che, diversamente, sarebbe molto difficile avere”. Quindi, queste simpatiche gallinelle – è vietato mangiarle, al massimo si possono prendere le loro uova – hanno uno scopo ben preciso: mantenere nel corso del tempo la biodiversità delle specie avicole, garantendone la salute e il benessere.
La Moroseta, una razza originaria dell’Asia
La razza allevata da Valentina si chiama Moroseta ed è una gallina ornamentale originaria dell’Asia che esiste anche nella versione a collo nudo. “Si tratta di esemplari unici al mondo, con pelle nera e piumaggio setoso, definito ‘serico’: ce ne siamo innamorati guardando un video in cui, negli Stati Uniti, si parlava di questi batuffoli e da lì è nato il desiderio di averle ed allevarle come veri e propri animali da compagnia, selezionando soggetti che si avvicinassero quanto più possibile allo standard di razza e contribuissero nel tempo a mantenerne intatte le valenze”, mi spiega ora.
Questi simpatici pennuti, che dal vivo assomigliano a ondeggianti pelouches, producono, come ogni specie avicola, uova commestibili che possono essere egregiamente usate nell’alimentazione. “Sono forse un po’ più piccole del normale, ma sono ottime per creare zabaioni e creme pasticcere davvero succulente, senza parlare delle frittate”, dice Valentina.
Una gallina di nome Marta
E mi racconta la storia della sua gallinella Marta, una Moroseta dal collo nudo che, ogni mattina, l’aspetta nel pollaio e vuole essere abbracciata e coccolata. Ha quattro anni e Valentina spera che allieterà la sua vita ancora per molto, molto tempo. Ma possiamo tenerci in casa una gallina di questo tipo? Facendola vivere come un qualsiasi animale da compagnia? “Le galline ornamentali, ma in generale il pollame, possono essere allevate in aree extra urbane, quindi non in centri abitati – per motivi di sanità pubblica, ovviamente. Non è comunque insolito trovare situazioni un poco eccessive, come la detenzione di galline ornamentali di alcune razze tipo le Serama o le Moroseta, direttamente in casa come fossero cani e gatti”, mi spiega il dottor Guerrini.
Biodiversità da preservare
Gli allevamenti intensivi, con il loro corredo di malattie e condizioni al limite della sopravvivenza animale, hanno dato un duro colpo alle specie avicole che, un tempo, razzolavano in campagna e fornivano uova e pollame a piccoli agglomerati di persone. Ora con i polli si fa di tutto: wurstel, hamburger, crocchette, cotolette, preparazioni di ogni genere, e il consumo massiccio di questi alimenti ha portato non pochi problemi. Primo fra tutti quello dell’igiene che, di riflesso, dagli animali allevati arriva al consumatore finale, cioè l’uomo.
L’allevamento delle galline ornamentali e la preservazione di razze diverse nella specie avicola non può che essere salutato con positività. Considerare la gallina non solo come una produttrice seriale di uova e carne, ma anche come un animale con un suo aspetto specifico, un suo comportamento, un’intelligenza e una capacità propria di esprimere amore nei confronti dell’uomo, potrà forse contribuire a un diverso modo di vedere l’ambiente e gli animali che ci circondano.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I “darkspot” ospitano il maggior numero di specie non ancora scoperte, dove indirizzare gli sforzi di conservazione secondo un nuovo studio.
I ricercatori della Sea Turtle Conservancy hanno scoperto che le tartarughe marine si muovono in direzioni che non avevano percorso prima.
Lo squalo della Groenlandia è il vertebrato più longevo del mondo. Dall’aspetto preistorico, vive in acque profonde per oltre 300 anni.
Erano scomparse nel secolo scorso. Un progetto governativo ha importato dai Paesi Bassi due esemplari di tigri dell’Amur che vivranno in libertà in un parco nazionale.
La capitale dello Sri Lanka ha sottratto le plaudi che la circondano ai rifiuti, grazie agli sforzi delle istituzioni e della comunità.
Lo status del lupo cambia dando più libertà agli abbattimenti. Avremmo invece bisogno di più prevenzione. Ne parliamo con il responsabile area animali selvatici di Lav, Massimo Vitturi.
Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
I ricercatori stanno aiutando dei molluschi della Florida a riprodursi spostandole in zone con un alto numero di partner con cui accoppiarsi.