Non solo l’estetica paesaggistica o la trepidazione avventurosa di imprese temerarie, ma anche l’intreccio di vicende biografiche dei protagonisti, le relazioni umane, le testimonianze dirette e i dettagli tecnici per i cultori del genere: tali e tanti appaiono gli “ingredienti” cinematografici capaci di conferire alla vita di montagna e alle pratiche alpinistiche la dignità di
Geopolitica del cibo in video a Trento
Dagli sprechi alimentari alle filiere produttive, dalla denutrizione alla biodiversità percorrendo gusti, costumi e paesaggi di Europa, Asia, Africa e America Latina: è con questo fitto ordine del giorno che la rassegna “Tutti nello stesso piatto”, ovvero il Festival Internazionale di Cinema, Cibo e Biodiversità, giunto quest’anno alla VII edizione, ci delinea un’interessante mappa geopolitica
Dagli sprechi alimentari alle filiere produttive, dalla denutrizione alla biodiversità percorrendo gusti, costumi e paesaggi di Europa, Asia, Africa e America Latina: è con questo fitto ordine del giorno che la rassegna “Tutti nello stesso piatto”, ovvero il Festival Internazionale di Cinema, Cibo e Biodiversità, giunto quest’anno alla VII edizione, ci delinea un’interessante mappa geopolitica del cibo nelle sue varie implicazioni economiche, giuridiche, scientifiche e sociali.
Lo strumento cinematografico consente di documentare e raccontare con dovizia e originalità di linguaggi la complessità del nostro sistema agroalimentare, con particolare attenzione all’impatto del cibo sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile. Ad occuparsi direttamente dell’ampia programmazione della kermesse, in corso a Trento sino al 29 novembre, i due enti promotori dell’iniziativa, ovvero Altromercato, consorzio no-profit per il commercio equo e solidale, e la onlus trentina Mandacarù.
E se gli aspetti teorici connessi al tema alimentare vengono esplorati a 360 gradi, analizzando anche la questione del diritto al cibo o quella delle norme sulla sicurezza alimentare, o i dilemmi scientifici relativi ai meccanismi cognitivi del gusto, la rassegna non tralascia l’aspetto concreto e conviviale della faccenda, proponendo, nell’ambito del ciclo “Film nel piatto”, una serie di degustazioni organizzate in collaborazione con Slow Food Trentino Alto Adige in connessione tematica con le proiezioni delle varie opere cinematografiche di provenienza internazionale.
Tra le numerose iniziative a latere, spicca la mostra fotografica, affiancata dall’omonimo cortometraggio, “Land grabbing or land investors?” sulle multinazionali dell’agribusiness che, in combutta con le lobby finanziare e le agenzie governative di paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi, Etiopia o altri, sfruttano il suolo dei paesi in via di sviluppo devastando i sistemi produttivi locali e la biodiversità.
Altrettanto degni di nota gli appuntamenti mattutini della rubrica “Schermi e lavagne”, comprensivi di cartoni animati e film appositamente creati per i più giovani ovvero per gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori. Ma il clou del festival coinciderà ovviamente con la proclamazione dei vincitori, cioè dei concorrenti che si aggiudicheranno, in base al verdetto di un’apposita giuria di professionisti del cinema, il premio delle due categorie di “miglior cortometraggio” e “miglior lungometraggio”, nonché i due premi speciali di “migliore opera sui Diritti Umani”, attribuito da una commissione di Amnesty International, e quello di “miglior film sulla salvaguardia dell’ambiente” assegnato dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento.
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