
L’aumento delle temperature combinato all’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’aria, causerebbe una maggiore concentrazione di arsenico nel riso, con effetti tossicologici in chi lo consuma.
Gli attivisti di Pan Uk spiegano come i pesticidi contribuiscono a causare i cambiamenti climatici e come l’aumento di temperatura richieda, a sua volta, un maggiore impiego di pesticidi.
Esiste un circolo vizioso tra i pesticidi e i cambiamenti climatici, un meccanismo che, oltretutto, viene trascurato dalle politiche per la riduzione delle emissioni di gas serra. Lo spiegano gli attivisti di Pesticide Action Network Uk in un report pubblicato lo scorso luglio, chiedendo al governo britannico di includere negli obiettivi per il clima un focus per la diminuzione dei pesticidi a beneficio della natura e della biodiversità.
Come riporta il documento, i pesticidi sono una fonte di gas serra. Il 99 per cento di tutti i prodotti chimici di sintesi, compresi i pesticidi, derivano da combustibili fossili e diverse compagnie petrolifere come Exxon, Shell e Chevron sono coinvolte nella loro produzione. Anche l’imballaggio, il trasporto, l’applicazione e lo smaltimento di sostanze chimiche producono emissioni di gas serra e aggravano il degrado ambientale e il riscaldamento globale. Con l’aumento delle temperature che i pesticidi contribuiscono a causare, la quantità di parassiti aumenta e la resilienza delle colture diminuisce, richiedendo quantità sempre maggiori di pesticidi e qui si crea il circolo vizioso. Senza considerare che l’aumento dell’uso di pesticidi fa sì che insetti ed erbe infestanti sviluppino una resistenza sempre maggiore agli erbicidi e agli insetticidi.
Nel report si legge che il glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo, ha un’impronta di carbonio di 31,29 kg di CO2 per ogni chilogrammo prodotto. Secondo Pan Uk, nel Regno Unito l’uso del glifosato è aumentato del 16 per cento dal 2016 al 2020, generando 81.410 tonnellate di CO2e, equivalenti a oltre 75mila voli da Londra a Sydney. Viene citato anche il fluoruro di solforile, sostanza utilizzata come insetticida, che, come gas serra, sarebbe 5mila volte più potente dell’anidride carbonica.
“L’uso dei pesticidi viene addirittura presentato come una strategia di mitigazione del clima da parte dell’industria agrochimica – afferma Pan Uk – che perpetua il mito secondo cui intensificare la produzione alimentare attraverso l’uso continuo di sostanze chimiche dannose è l’unico modo per garantire la sicurezza alimentare globale proteggendo al contempo habitat preziosi”. Al contrario, secondo gli attivisti, i pesticidi minacciano la sicurezza alimentare e la biodiversità: l’uso dei pesticidi è un motore sia diretto sia indiretto dei cambiamento climatici e non parte della soluzione e per questo la politica dovrebbe sviluppare strategie per diminuirne l’uso.
Con il Green deal, l’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di dimezzamento dei pesticidi e, secondo le recenti pubblicazioni della Ue, l’uso e il rischio dei pesticidi chimici sarebbero diminuiti del 6 per cento nel 2021 rispetto al 2020. Tuttavia, fa notare Pan Europe che ha chiesto una revisione degli indicatori, i numeri sono in contrasto con i dati più recenti di Eurostat sulle vendite di tutti i pesticidi che evidenziano un aumento del 2,7 per cento nel 2021 rispetto al 2020.
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