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Giovani provenienti da tutta Europa si sono riuniti in Germania per un nuovo sciopero per il clima. Obiettivo: protestare contro l’estrazione di carbone.
Sono arrivati da tutta Europa e sono migliaia i giovani che si sono riuniti nella mattina di venerdì 21 giugno ad Aquisgrana (Aachen), località della Germania situata al confine con Belgio e Paesi Bassi. Obiettivo: partecipare ad un nuovo sciopero per il clima.
Plusieurs milliers de #jeunes venus de toute l’Europe se sont donnés rendez-vous à Aix-la-Chapelle, en Allemagne, pour la nouvelle #grève mondiale pour le #climat, organisée ce vendredi https://t.co/H2WbDMjxT5
— Novethic (@Novethic) 20 giugno 2019
La ragione della scelta della cittadina è legata al fatto che proprio qui è presente una delle principali fonti di emissioni di CO2 d’Europa. Nei dintorni di Aquisgrana, infatti, sono presenti numerose miniere gestite dal colosso delle fonti fossili Rwe.
Si tratta di un’azione di “disobbedienza civile” che punta a sottolineare ancora una volta come continuare a sfruttare il carbone come fonte di produzione di energia rappresenti una politica del tutto incompatibile con gli obiettivi climatici indicati dall’Accordo di Parigi.
Dans une rare convergence, le jeune mouvement Fridays for Future attend de son côté 20.000 collégiens, lycéens et étudiants pour une “manifestation européenne” vendredi, dans la ville toute proche d’Aix-la-Chapelle #AFP
? https://t.co/DtPat1soIt pic.twitter.com/u6D6uVuJAf
— Yann Schreiber (@YannSchreiber) 19 giugno 2019
Per questo, da alcuni giorni i ragazzi si sono installati sul posto. Con tende, materassini e amache. E ormai sono ben seimila: “La lignite è l’energia fossile più sporca. Dobbiamo smetterla di estrarla e per questo siamo disposti ad usare i nostri corpi pur di bloccare queste attività diaboliche”, ha spiegato all’agenzia Afp Tadzio Müller, uno dei leader del movimento tedesco Ende Gelände.
Domani, le proteste si sposteranno presso la miniera a cielo aperto di Garzweiler, non lontano da Colonia. Proprio a causa del carbone, il governo tedesco non centrerà i propri obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti previsti per il 2020. E sebbene abbia programmato l’abbandono di tale fonte fossile entro il 2038, la strada appare in salita, considerato che essa garantisce ancora il 40 per cento del consumo elettrico nazionale.
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