Gran Bretagna, troppi prati artificiali, a rischio la biodiversità

La crescente tendenza di utilizzare prati artificiali nel Regno Unito sta minacciando la sopravvivenza della fauna selvatica.

Il buon vecchio prato all’inglese ha lasciato gradualmente il posto al corrispettivo sintetico, a discapito di ricci, tassi, insetti e uccelli. Secondo gli ambientalisti britannici la pratica sempre più frequente di utilizzare prati di erba sintetica, anziché di erba vera, rappresenta una seria minaccia per la sopravvivenza della biodiversità e di interi ecosistemi.

 

Prato sintetico in un'abitazione Gran Bretagna
Una società britannica che realizza manti erbosi sintetici ha registrato nel 2015 un incremento del 220 per cento rispetto all’anno precedente

 

L’esplosione dei prati artificiali

Dalle aiuole lungo le strade realizzate dalle autorità locali, alle scuole che vi ricorrono per le aree giochi per i bambini, fino ai prati che contornano le case di periferia, l’erba artificiale è sempre più diffusa in Gran Bretagna. I manti erbosi sintetici sono composti da un mix di materie plastiche, come polipropilene, poliuretano e polietilene. Proprio il proliferare di questa erba di plastica, che non richiede di essere tagliata ed appare impeccabile, sta allarmando gli ambientalisti britannici.

 

Fauna in pericolo

Se i prati artificiali rimpiazzano quelli naturali l’habitat naturale di alcune specie di animali selvatici, come farfalle, api e uccelli, è a rischio, senza contare l’immissione di sostanze inquinanti non biodegradabili. “Vengono utilizzati derivati dei combustibili fossili per creare questi prati, questo ha un grande impatto ambientale – ha dichiarato Mathew Frith, direttore della conservazione del London Wildlife Trust – allo stesso tempo si indebolisce il suolo e si crea un rifiuto non degradabile. È necessario guardarsi dalla proliferazione di prati sintetici”.

 

Esemplare di cardellino
Il crescente ricorso ai prati artificiali nel Regno Unito sta minacciando la sopravvivenza di alcune specie abituate a trovare riparo e sostentamento nei giardini, come il cardellino

 

Giardinieri senza lavoro

La domanda di prati sintetici ha causato un calo di lavoro per i giardinieri, in favore degli addetti alla posa hardcore e istallazione di prati finti. “Al giorno d’oggi tutti sono molto occupati e non hanno tempo per nulla, tranne che per il lavoro, per questo preferiscono un prato artificiale che non richiede di essere falciato né irrigato”, ha commentato Paul Wackett, un giardiniere della contea inglese di Surrey.

 

Cemento e prati finti mangiano il verde

Una ricerca del 2011 aveva rivelato che nel Regno Unito, nei precedenti otto anni, erano stati persi circa tremila ettari di vegetazione urbana all’anno (superficie equivalente a più di due Hyde Park all’anno). Le cause sono la dilagante cementificazione e l’abbandono dei prati naturali in favore di quelli artificiali.

 

Lombrico nel terreno
I lombrichi, inghiottendo e digerendo le parti organiche presenti nel suolo, contribuiscono alla ventilazione, al drenaggio e alla qualità del terreno

 

Cosa stiamo perdendo

“Credo che gli effetti negativi dell’erba artificiale siano sostanziali – ha affermato Paul de Zylva, attivista dell’organizzazione ambientalista Friends of the Earth. – I vermi, ad esempio, sono incredibilmente importanti per la salute del suolo, lo mantengono vitale e in grado di affrontare forti piogge e siccità. Utilizzando erba sintetica si perde tutto questo. Stiamo dicendo alla fauna selvatica di stare alla larga”.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
Un olivastro di migliaia di anni in Sardegna è arrivato terzo agli European Tree of the year awards 2024

Sale sul podio l’olivastro millenario di Luras, in Sardegna, nell’ambito del prestigioso riconoscimento European tree of the year 2024: l’albero italiano ottiene il terzo posto, dietro a “The weeping beach of Bayeux” in Francia e al vincitore “The heart of the garden” in Polonia, quest’ultimo accreditato con quasi 40.000 voti. European Tree of the year