Un nuovo report del World wildlife fund (Wwf) svela che nell’arco di un solo anno, il 2020, sono state scoperte 224 nuove specie animali e vegetali nel grande Mekong.
La maggior parte (ben 155) sono piante. Ma ci sono anche 35 specie di rettili, 17 di anfibi, 16 di pesci e un mammifero, il langur Popa.
Gli scienziati hanno invitato l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) a condurre al più presto le opportune valutazioni, per inserirle nella Lista rossa.
Che il grande Mekong sia uno dei più importanti hotspot di biodiversità al mondo, cioè un luogo caratterizzato da un’altissima concentrazione di specie (molte delle quali endemiche) minacciate dall’influenza umana, è cosa nota. I numeri, però, lasciano sbalorditi anche gli addetti ai lavori. Un nuovo report del World wildlife fund (Wwf) svela che nell’arco di un solo anno, il 2020, sono state scoperte 224 nuove specie animali e vegetali.
Il langur Popa, il 44mo primate nella regione del grande Mekong
Sulle 224 specie scoperte nella regione del grande Mekong, che abbraccia Laos, Vietnam, Thailandia, Myanmar e Cambogia, la maggior parte (ben 155) sono piante. Ma ci sono anche 35 specie di rettili, 17 di anfibi, 16 di pesci e un mammifero, il langur Popa. Quest’ultimo fa salire a 44 il numero di specie di primati che abitano nella regione: ben 19 di esse sono endemiche, il che vuol dire che non esistono in nessun’altra parte del pianeta. Il particolare muso del langur Popa, incorniciato da una criniera grigia, è finito sui giornali di tutto il mondo perché la sua descrizione è stata l’esito di un fitto lavoro di ricerca da parte di un variegato team internazionale. E anche perché, pur essendo stato appena identificato, va già ritenuto in pericolo: ne esistono appena 250 esemplari in natura.
Piante e animali appena scoperti e già vulnerabili
In più occasioni gli scienziati hanno invitato l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) a condurre al più presto le opportune valutazioni sulle specie appena scoperte nel grande Mekong, per inserirle nei prossimi aggiornamenti della Lista rossa degli animali e vegetali in via di di estinzione.
È il caso per esempio del Cyrtodactylus phnomchiensis, un geco dalle dita ricurve trovato nella riserva naturale di Prey Lang, in Cambogia. Rispetto alle altre specie di Cyrtodactylus irregularis, si distingue per il suo corpo allungato e per la particolare forma del muso. È stata temporaneamente classificata come “vulnerabile” anche la Capparis macrantha, un arbusto della famiglia dei capperi scoperto nell’area nazionale protetta del Nam Kading, in Laos. Cresce tra i 200 e i 300 metri di altitudine e si distingue per le lunghe foglie e i fiori bianchi ricchi di stami.
This year, @WildEarthAllies biologist Neang Thy discovered two new species of endemic lizards – a bent-toed gecko (Cyrtodactylus phnomchiensis) and a skink (Sphenomorphus preylangensis)! 🦎
Questo notevole numero di scoperte scientifiche, in sintesi, è un motivo in più per acquisire consapevolezza su quanto la biodiversità sia un “dono prezioso e limitato”, commenta il curatore del report del Wwf, Thomas Ziegler. E di quanto “dobbiamo tutti imparare a essere più attenti e coesistere con tutte le altre creature del nostro pianeta, invece di limitarci a sfruttarle ed estirparle”.
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