Continua la resistenza a Kiev, quarto giorno di guerra in Ucraina – liveblog

La cronaca in tempo reale del quarto giorno di guerra in Ucraina, domenica 27 febbraio. Si continua a combattere a Kiev, mentre i russi entrano a Kharkiv, la seconda città più grande.

  • Giovedì 24 febbraio è cominciata la guerra in Ucraina, qui la cronaca del primo, del secondo e del terzo giorno.
  • Durante la notte tra il 25 e il 26 febbraio, i soldati russi sono entrati nella capitale Kiev, dove i bombardamenti continuano.
  • L’Unione europea sta discutendo sulle sanzioni più severe da imporre alla Russia.

Dopo che l’esercito russo è entrato nella capitale Kiev sabato 26 febbraio, si è continuato a combattere nelle strade della città. L’esercito ucraino resiste, mentre quello russo prende di mira anche obiettivi civili. Le sirene continuano a suonare e nella città vige il coprifuoco, almeno fino a lunedì. Nel frattempo le forze russe sono entrate anche nella seconda città più grande del paese, Kharkiv.

Dopo giorni di discussioni sulle sanzioni contro la Russia, nella notte tra sabato e domenica i paesi europei hanno trovato un accordo per agire nell’ambito del Sistema di pagamento bancario Swift: alcune banche russe saranno completamente escluse dalla rete. L’obiettivo, come affermato da Ursula von der Leyen, è quello di “bloccare l’abilità di Putin di finanziare la propria guerra”. 

Di seguito la cronaca della guerra in Ucraina in tempo reale.

 

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
Transnistria, la polveriera che rischia di esplodere al di là del fiume

Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra in Ucraina, pochi chilometri più ad ovest c’è una polveriera che rischia di esplodere. È l’autoproclamata Repubblica Moldova di Transnistria, patria di secessionisti che da più di trent’anni continuano ad aggrapparsi ai resti del sogno sovietico.