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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Il 2020 si avvicina. L’anno fatidico nel quale vedremo circolare le prime auto a guida integralmente autonoma è alle porte e le case costruttrici lavorano a pieno ritmo per affinare i software che gestiranno le vetture. Fra i costruttori impegnati in tal senso spicca il Gruppo Jaguar Land Rover, da tempo dedito alla causa della
Il 2020 si avvicina. L’anno fatidico nel quale vedremo circolare le prime auto a guida integralmente autonoma è alle porte e le case costruttrici lavorano a pieno ritmo per affinare i software che gestiranno le vetture. Fra i costruttori impegnati in tal senso spicca il Gruppo Jaguar Land Rover, da tempo dedito alla causa della mobilità senza conducente. Un orizzonte che comporterebbe, anzi comporterà, una riduzione degli incidenti stradali e uno snellimento del traffico, a tutto vantaggio del contenimento delle emissioni inquinanti, dello stress e del numero dei veicoli in circolazione. Specie qualora prendano piede le moderne formule di ride sharing, grazie alle quali l’elemento cardine non sarà più la proprietà del veicolo, bensì l’utilizzo, secondo una logica di condivisione del mezzo di trasporto.
Se la sostenibilità fosse un acceleratore, Jaguar Land Rover si troverebbe con il pedale a fondo corsa. Il Gruppo inglese a capitale indiano non solo ha presentato il prototipo della Jaguar i-Pace, futura Suv elettrica attesa al debutto nel 2018, ma sta sviluppando anche la guida autonoma. La nuova tecnologia, denominata Autonomous Urban Drive, è stata applicata a una Range Rover Sport nelle vesti di vettura laboratorio ed è dedicata alla gestione dei veicoli in un contesto cittadino. La marcia urbana è, infatti, la condizione più difficile da affrontare, data l’enorme quantità di variabili in gioco. Supportati dal programma governativo UK Autodrive Project, i test su strada vengono effettuati principalmente nelle cittadine di Coventry e Milton Keynes, poli industriali storicamente legati al Gruppo JLR (Jaguar Land Rover), e proseguiranno sino all’estate del 2018, così da affinare i software che consentiranno la marcia senza conducente di livello 4.
Il livello 4 di autonomia di un veicolo – in una scala di 5 – prevede la gestione senza apporto umano dell’acceleratore, dei freni e del volante, oltre al monitoraggio del traffico e all’adattamento al flusso veicolare. L’auto è quindi in grado di amministrarsi al 100 per cento, fatta salva la possibilità da parte del conducente di riprendere il pieno controllo a piacimento o qualora necessario. La Range Rover Sport Autonomous Urban Drive è pertanto capace di rapportarsi agli altri veicoli, di rispettare i semafori, gli incroci, le precedenze, i pedoni, i ciclisti e i mezzi pubblici. Alla base di tutto vi sono il costante scambio d’informazioni tra le vetture, la cosiddetta tecnologia car-to-car, e tra le auto e le infrastrutture (strategia car-to-X).
Lo sviluppo della guida autonoma non è fine a se stesso, anzi implica l’affinamento di una serie di tecnologie che, da qui al 2020, verranno dedicate alle vetture “tradizionali”. L’Intersection Collision Risk Warning (ICRW), ad esempio, è un servizio di bordo che avverte il guidatore qualora venga ravvisato un pericolo imminente in prossimità o durante l’attraversamento di un incrocio. Un caso tipico? Se qualcuno non rispetta il semaforo rosso, l’auto segnala al conducente la potenziale collisione. Non meno preziosi l’In-Vehicle Signage (IVS), che riceve le informazioni sul traffico e sui lavori in corso dagli altri veicoli e dalle infrastrutture, oppure l’Emergency Vehicle Warning (EVW). Quest’ultimo segnala il sopraggiungere di un mezzo di soccorso, ottimizzando il flusso veicolare e favorendo la velocità d’intervento nelle situazioni d’emergenza.
Non di sola guida autonoma si vive! Se un piede del Gruppo Jaguar Land Rover è proiettato nel futuro, l’altro poggia saldamente nel presente. Ecco infatti la casa del Giaguaro pronta a presentare la nuova e-Pace, vale a dire la prima Suv di piccole dimensioni della propria storia. Un’auto lunga 4,4 metri, attesa al debutto il 13 luglio e, soprattutto, destinata a essere ibridata. Non grazie a un powertrain già esistente, bensì abbinando un piccolo motore a tre cilindri a gasolio da 1,5 litri con un modulo elettrico sviluppato internamente. Una soluzione che promette di abbattere emissioni e consumi in attesa dell’elettrica i-Pace. L’orizzonte del Gruppo JLR si tinge di verde.
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