Dal 2027 le norme europee renderanno obbligatorio il passaporto digitale per quasi tutte le batterie dei veicoli elettrici: più attenzione all’ambiente e ai diritti umani.
Auto elettriche, polverizzati gli incentivi: perché non è (solo) una buona notizia
I fondi per le auto elettriche sono terminati in meno di un giorno. Cresce l’interesse degli italiani ma in molti sono rimasti tagliati fuori dalla misura.
Poco più di otto ore e gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche sono andati esauriti. Non era mai successo dall’istituzione dell’ecobonus auto nel 2019: in passato – e in particolare negli ultimi due anni – era stata proprio la categoria di veicoli full electric a procedere a rilento rispetto a mezzi con motorizzazioni più inquinanti ma al contempo più accessibili dal punto di vista del costo.
In Italia la penetrazione di auto elettriche si attesta al 3 per cento
E invece quest’anno gli oltre 201 milioni di euro destinati all’acquisto di auto nella fascia con emissioni 0-20 g/km di CO2 sono stati letteralmente polverizzati (nel dicembre scorso vi avevamo spiegato nel dettaglio cosa prevedono gli incentivi auto per il 2024). Un dato che si presta a molteplici interpretazioni: alla consapevolezza di un interesse crescente degli italiani verso le auto elettriche si affianca infatti più di un dubbio sulle modalità di accesso all’ecobonus, che rischierebbe di tagliare fuori buona parte dei principali destinatari della misura, ovvero gli acquirenti privati.
Per Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, “il successo registrato nella prima giornata ci fa riflettere sulle ulteriori misure che dobbiamo adottare dopo questo piano incentivi”. Il governo, ha sostenuto, ritiene di aver stanziato risorse già “particolarmente significative” per favorire il ricambio del parco auto circolante, anche alla luce di una penetrazione delle elettriche che in Italia si attesta al 3 per cento, contro il 12 per cento della Germania e il 18 per cento della Francia.
La richiesta di incentivi strutturali per favorire il ricambio del parco auto
A evidenziare invece l’andamento non in linea con il passato degli incentivi per le full electric è stata la Federazione italiana concessionari auto. Per il presidente Massimo Artusi le amministrazioni competenti devono “approfondire urgentemente questo fenomeno che riteniamo assolutamente anomalo e, probabilmente, non in linea con la ratio della norma che è quella di favorire cittadini ed imprese, mentre rischiano proprio loro, gli autentici destinatari del provvedimento, di finire tagliati fuori dal beneficio per avvicinarli alla transizione green”.
Il dubbio è che alcune grandi realtà del noleggio abbiano trovato il modo di accedere alla gran parte delle risorse dedicate. Una tesi contestata dal ministero delle Infrastrutture, che in una nota ha evidenziato come il 62 per cento delle prenotazioni è stato effettuato da persone fisiche tramite concessionario auto, mentre il restante 38 per cento da persone giuridiche, tra cui le società di noleggio a lungo termine. Valori pienamente in linea con le dinamiche del mercato”.
Anche Adiconsum ha evidenziato come, a fronte di un cambio di paradigma degli automobilisti italiani che stanno manifestando, a dispetto delle tante fake news circolanti, un forte interesse verso acquisti sostenibili e anche per le full electric, troppi consumatori non potranno usufruire dei fondi. L’associazione ha rimarcato come la sostenibilità necessiti “di incentivi che devono essere non discriminatori, strutturali, permanenti e che devono escludere le auto inquinanti”. Secondo Adiconsum sarebbe quindi auspicabile un intervento del Governo per dirottare i fondi residui ancora disponibili o decretare ulteriori risorse verso le auto a più basse emissioni di CO2.
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