Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Leggera, semplice, compatta: cosa offre la nuova Dacia Spring, l’elettrica accessibile che ha conquistato l’Europa
Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Mentre il mercato dell’auto elettrica sta prendendo derive preoccupanti, (in Europa dilaga il “gigantismo” con un aumento preoccupante di dimensioni, pesi e costi, un trend di crescita che prosegue indisturbato da decenni e che porta con sé una serie di problemi, come la sicurezza per pedoni e ciclisti e la sottrazione di spazio pubblico alle persone), c’è chi, fra i produttori, sceglie strade diverse.
Fra questi il marchio Dacia, fondato in Romania nel 1966 e dal 1999 parte del gruppo Renault, che nel riproporre la sua elettrica Spring (costruita in Cina si saprà solo a novembre se sarà o meno soggetta agli insensati dazi proposti dall’Europa) non cede alla tentazione di accrescerne le misure, o di mutarne i contenuti di base.
Ma anzi, pur aggiornando alcune caratteristiche, conferma le doti che ne hanno fatta una delle elettriche più apprezzate e accessibili in Europa (in Italia a giugno è stata la terza elettrica più venduta, dopo Tesla Model 3 e Model Y), grazie a un prezzo a partire da 17.900 euro, prezzo destinato a ridursi di molto accedendo agli incentivi, se solo ne fossero rimasti… (vedi approfondimento più in basso).
Accessibile, leggera, efficiente, circolare. Così la Dacia Spring si è conquistata le 5 stelle GreenNcap
Che non sia cambiata troppo lo si capisce confrontandola con la versione precedente, che vi avevamo già raccontato in un precedente test drive. Dacia Spring resta fedele a sé stessa: un’elettrica compatta, molto adatta alla mobilità urbana e che fra le sue caratteristiche principali, oltre all’accessibilità, alla leggerezza, alle dimensioni compatte, mette al primo posto l’efficienza e la sostenibilità nei processi produttivi, certificata dalle 5 stelle (il voto massimo) assegnato dall’ente europeo indipendente GreenNcap, un riconoscimento che ha valorizzato l’efficienza dei processi produttivi e il peso ridotto della Spring (984 chili, l’elettrica più leggera della categoria), sinonimo di efficienza. Quello che cambia è soprattutto il design, “più autorevole” come l’ha definito il responsabile stile Dacia. Utili le protezioni antigraffio della carrozzeria su paraurti e passaruota. Niente rivoluzioni, sia ben chiaro. Più che altro un aggiornamento, un “restyling” di mezza età come direbbero gli addetti ai lavori.
Interni: resta la semplicità, ma migliorano design e dotazioni
Ma le evoluzioni sono più tangibili nell’abitacolo, dove alla consueta semplicità, alla “pragmaticità” di finiture e materiali, adesso Dacia Spring offre nuove caratteristiche, con una plancia ridisegnata per ospitare oltre al cruscotto digitale con display da 7 pollici, un secondo display centrale da 10 pollici (sulla precedente versione era da 7 pollici) per gestire tutte le funzioni principali e un volante che ha migliorato l’accessibilità ad alcuni comandi e che adesso si regola anche in altezza. Alla voce connettività c’è quello che serve: connessione Bluetooth, una porta Usb, Apple CarPlay e Android Auto accessibili in modalità wireless.
Colorati e pratici: gli accessori stampati in 3D
La prima impressione resta quella di un’auto semplice, intuitiva, senza fronzoli insomma (per aprire i vetri posteriori sugli allestimenti base serve la classica “manovella”). Semplicità che non significa “banalità”, anzi: le varianti cromatiche disponibili permettono di personalizzare l’abitacolo mentre alcuni accessori stampati in 3D, (un porta bevande, una borsa organizer, un supporto per smartphone e una lampada portatile) si possono aggiungere e posizionare in vari punti grazie a semplici sistemi di aggancio a clip. Sedili semplici, essenziali ma confortevoli il giusto; l’abitabilità posteriore resta discreta mentre migliora sensibilmente il volume di carico (lo schienale dietro è abbattibile ma non frazionabile); in questo caso fra gli optional c’è anche una specie di “vasca” in plastica da montare sotto il cofano anteriore, utile per riporre i cavi di ricarica.
Dacia Spring: come cresce la sicurezza (e perché serviva migliorarla)
Migliora la dotazione di sistemi di assistenza alla guida, una buona notizia almeno per due ragioni. La prima a seguito delle valutazioni negative della precedente versione della Dacia Spring, che nei test EuroNcap aveva ottenuto 1 sola stella; la seconda per allinearsi alle nuove regole che dal 7 luglio scorso prevedono che tutti i nuovi veicoli venduti in Italia devono essere equipaggiati con sistemi avanzati di assistenza alla guida, una disposizione in linea con il regolamento europeo 2019/2144 in vigore dal 6 luglio 2022 per i modelli di nuova omologazione e dal citato 7 luglio 2024 per tutti i veicoli da immatricolare, anche se già prodotti. L’obiettivo principale della disposizione è ridurre incidenti e mortalità sulle strade europee.
Per tornare alla Dacia Spring, adesso i vari sistemi sono selezionabili più facilmente grazie al pulsante “My safety”, che permette di configurare gli Adas (il nostro invito è a tenerli sempre tutti attivi per la massima sicurezza): frenata automatica d’emergenza con riconoscimento di veicoli, pedoni, ciclisti e moto, riconoscimento della segnaletica stradale con avviso di superamento del limite di velocità, sensori di parcheggio posteriori, avviso di superamento della corsia, mantenimento di corsia, monitoraggio dell’attenzione del conducente e chiamata d’emergenza.
La Spring su strada conferma il suo spirito “urban”
Quanto alla guida della nuova Dacia Spring, non possiamo che confermare quanto emerso nella precedente prova (buona parte della meccanica, motori e batteria sono infatti rimasti immutati). La velocità massima resta ferma a 125 km/h, che diventano 100 se si sceglie la modalità Eco. Adesso però c’è l’opzione B Mode che permette di aumentare la rigenerazione dell’energia in fase di frenata o quando si rilascia l’acceleratore (senza però apprezzabili vantaggi in termini di autonomia). La maneggevolezza resta un punto di forza, a riprova dell’indole urbana, mentre un nuovo comando dello sterzo ha migliorato la guida anche nei percorsi extraurbani.
Le versioni restano due, una con motore elettrico da 48 kW (65 cavalli) oggetto della nostra prova (e adesso disponibile su più allestimenti), quella che offre più dinamismo, e la versione da 33 kW (45 cavalli), che resta disponibile. Entrambe le versioni sono abbinate a una batteria agli ioni di litio da 26,8 kWh, non molto ma sufficiente per assicurare un’autonomia elettrica dichiarata fino a 225 chilometri (305 nell’uso urbano), destinata a ridursi considerevolmente (circa 140 chilometri “reali”) se usate molto l’autostrada, terreno decisamente meno congeniale alla Dacia Spring, anche per l’incremento del rumore.
Un monopattino nel baule per l’ultimo miglio? Con la carica bidirezionale adesso è possibile
Per la ricarica non ci sono novità sostanziali: di serie c’è il caricabatterie in corrente alternata da 7 kW che permette passare dal 20 al 100 per cento in circa 11 ore da una presa domestica, mentre per chi ha una wallbox da 7 kW bastano circa 4 ore. Se pensate di utilizzare anche le colonnine di ricarica allora dovrete richiedere il caricabatterie in corrente continua da 30 kW che permette una ricarica “rapida” dal 20 all’80 per cento in 45 minuti; i cavi si pagano a parte (circa 300 euro). Per la prima volta Dacia Spring offre anche la ricarica bidirezionale V2L Vehicle to Load, che permette di utilizzare l’auto come fosse un power bank dotato di una presa di corrente come quelle di casa, utile per ricaricare fino a 3,6 kW dispositivi elettrici, come un monopattino da tenere nel bagagliaio per l’ultimo miglio o una e-bike.
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