
Alternativi alla scena alternativa italiana. I Baustelle si raccontano nella puntata quindici del podcast Venticinque, incentrata sull’anno 2000.
Dedicato a tutti quelli che festeggeranno Halloween andando ad una delle tante feste, in maschera e non, organizzate per la sera del 31 ottobre.
Halloween, ovvero All hallows eve, la vigilia di Ognissanti, è una festa anglosassone che affonda le sue radici nell’antico Capodanno Celtico, Samhain, che era festeggiato anche in nord Italia fino ai primi secoli dell’era cristiana. Aveva un doppio significato. Dal punto di vista prettamente materiale, rappresentava la preparazione “fisica” ai mesi freddi, segnava l’inizio dell’inverno. Dal punto di vista spirituale, rappresentava il momento ideale per meditare sulla morte, e celebrare gli spiriti delle persone care. Da qui, la festa dei fantasmi.
I frutti della Terra che restavano nei campi dopo Samhain venivano lasciati lì come offerta agli dei per propiziarsi l’inverno. Tra questi c’erano soprattutto le zucche. E’ un ottimo alimento di stagione: come gli altri cibi di colore arancio, la zucca è ricchissima di vitamina A, contiene vitamine B1 e B2, calcio, fosforo, potassio, magnesio e ferro. È ipocalorica, ideale nelle diete dimagranti. È un ottimo ricostituente per i bambini, è antinfettiva, lassativa e protettiva di cuore e intestino. Il betacarotene ne fa un alimento che protegge dal cancro. Per festeggiare Samhain sono ottime le ricette a base di zucca. Biologica, mi raccomando.
Non c’è strega senza scopa, almeno nell’iconografia moderna. Questo strumento era utilizzato fin dall’antica Roma dalle levatrici che spazzavano l’uscio delle partorienti per allontanare gli spiriti maligni. Da tempi lontanissimi la scopa, assieme alla bacchetta magica, è associata ai poteri delle streghe. Il primo disegno di una donna a cavallo di una scopa fece però la sua prima apparizione molto più tardi, ossia attorno al 1400: faceva parte di una miniatura contenuta in un manoscritto dell’autore svizzero Martin Le franc dal titolo Le champion des dames.
Ogni strega aveva un famiglio, un animale-servitore. Nell’iconografia classica si tratta del gatto, da sempre associato alla magia e al mistero: nell’antico egitto era adorato sotto forma della dea Bastet, la dea gatta, e imbalsamato coi padroni. Il gatto entrò in disgrazia nel Medioevo, perché associato dalla Chiesa a Satana, forse per il fatto di essere animale notturno e quasi immune agli incidenti (per le mitiche 9 vite). La superstizione ha dunque legato il gatto, in particolare quello nero, alla figura della strega.
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