
“La moda veste la pace” è il premio che viene conferito a chi contribuisce a combattere il razzismo nel settore. Ecco i premiati 2023
Harriet Riddell è un’artista che crea opere su tessuto realizzate con una macchina da cucire alimentata pedalando su una bicicletta. Quando l’arte è sostenibile.
L’artista inglese Harriet Riddell ha trasformato la sua passione per i tessuti e il cucito in una vocazione. Ora diffonde la sua idea di arte sostenibile girando il mondo con la sua macchina da cucire alimentata dall’energia cinetica prodotta da una bicicletta.
Catturare i paesaggi e l’essenza delle persone utilizzando una macchina da cucire alimentata da pannelli solari o da una bicicletta collegata a un generatore. Questo è quello che fa Riddell, giovane esponente delle arti performative originaria dell’Oxfordshire e con un Master in arti contemporanee applicate presso l’Università dell’Hertfordshire. InStitchYou (“to stitch” in inglese significa cucire) è il progetto ideato da Riddell che l’ha portata in giro per il mondo – anche se al momento l’artista di base sta a Londra, dove espone le sue opere presso la Gx gallery.
Si tratta di una passione nata quando era bambina grazie alla macchina da cucire della nonna e che si è poi trasformata in professione. La sua però non è una semplice macchina da cucire perché non consuma energia elettrica ma invece la produce in maniera sostenibile. Inizialmente Riddell si era dotata di pannelli solari per alimentare il suo attrezzo ma ora ha iniziato a usare l’energia cinetica. Chi vuole essere ritratto infatti pedala per circa 25-30 minuti, il tempo necessario per realizzare il ritratto, su una bicicletta fissa collegata a un generatore che alimenta direttamente la macchina.
“Per chi è abituato a pedalare non è faticoso ma è comunque un buon esercizio – spiega Riddell –. Se le persone non pedalano abbastanza la macchina si spegne e quindi devo spronarli a metterci più grinta”. Tra una pedalata e l’altra Riddell chiacchiera con chi ha di fronte aggiungendo così piccoli dettagli legati alla personalità del “ciclista per caso“.
Il generatore che è collegato alla bicicletta gli è stato fornito da Electric Pedals, con sede a Peckham, quartiere a sud-est di Londra: qui vengono elaborate soluzioni per dare energia a cinema, concerti, installazioni teatrali e laboratori usando solo biciclette fisse. Così la macchina da cucire e la bicicletta sono diventati due tratti distintivi di Riddell che quest’estate è stata in giro per il Regno Unito partecipando a vari festival, tra cui il Fringe di Edimburgo giunto alla sua 70esima edizione e il Wilderness festival nell’Oxfordshire.
Riddell quindi offre una sua interpretazione del mondo su un pezzo di stoffa. Usando filo, toppe e ritagli di tessuti contenuti in una pesante valigia l’artista si affida alle sue abilità nel cucito per creare arte e interpretare la realtà che la circonda. Questo è stato un modo per conoscere le popolazioni locali durante i suoi viaggi in India e in Kenya e per fissare su un tessuto l’hic et nunc, cioè quello che aveva davanti in quel momento.
Trasportare una macchina da cucire, un tavolino, una sedia, un generatore e dei tessuti sulle cime dell’Himalaya o tra le baraccopoli di Nairobi non è stato facile ma con lo sforzo è arrivata la ricompensa. In uno spazio aperto a contatto con le persone Riddell racconta di sentirsi aperta nei confronti del mondo e della gente, e gli ostacoli che incontra fanno solo parte della narrazione presente in ogni sua opera.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
“La moda veste la pace” è il premio che viene conferito a chi contribuisce a combattere il razzismo nel settore. Ecco i premiati 2023
Ora che il fashion month è definitivamente concluso possiamo dirlo: la body positivity è scomparsa dalle passerelle. Tornerà o si tratta di un addio?
Dalle pellicce alla lana, il documentario Slay affronta il tema dei materiali animali nella moda senza fare sconti e offrendo delle alternative.
Una minigonna non è solo una minigonna, così come gli slogan femministi sulle t-shirt di Dior: ecco come le lotte delle donne hanno cambiato la moda
Moda e biodiversità: qual è il loro legame e cosa si può fare affinché questo settore rispetti il delicato equilibrio del pianeta.
Una campagna lanciata lo scorso anno ha ottenuto di far cambiare la definizione di “color carne” su alcuni dizionari italiani, ma l’invito è ancora aperto.
Comprare meno, comprare meglio. Ecco nove brand per la nostra selezione mensile di marchi eco-conscious e rispettosi delle condizioni dei lavoratori
La Settimana della moda milanese si è conclusa e sono stati molti i progetti dedicati alla sostenibilità. Ecco la nostra selezione.
Superare la connotazione tra maschile e femminile è una conquista della moda gender fluid che dobbiamo alla Gen Z.