
In Italia, gli under 35 sono i protagonisti di uno storico ritorno nei campi. E, grazie a spirito di innovazione e competenze acquisite, rendono le aziende più sostenibili.
Uno studio rilanciato dal New York Times afferma che “il latte biologico diminuisce senza dubbio il fattore di rischio per le malattie cardiovascolari”. Scopriamo perché.
Uno studio di confronto tra la qualità dei grassi presenti nel latte intero biologico e nel latte convenzionale ha concluso che, bevendo latte biologico, i consumatori potrebbero contribuire a ridurre o eliminare i “fattori di rischio probabili per una vasta gamma di problemi di salute e di sviluppo di malattie croniche.”
I ricercatori del Washington State University’s Center for Sustaining Agriculture and Natural Resources hanno analizzato 384 campioni di latte intero bio e convenzionale prodotto nella stessa zona per ben diciotto mesi. Ne è risultato che il primo contiene il 62 per cento in più di acidi grassi omega 3 amici del cuore (quelli famosi nel pesce) e il 25 per cento in meno di omega 6. La quantità delle due tipologie di grassi e il rapporto tra loro è vantaggioso per la salute: si attesta infatti su 2,28, valore molto vicino a quello considerato ideale dai nutrizionisti (2,3), mentre quello del latte convenzionale è di 5,77. Insomma, chi ama bere latte, lo scelga bio.
Lo studio, in gran parte finanziato dalla più grande associazione di produttori del biologico americana, è stato pubblicato sulla rivista PLoS One ed è stato divulgato come prova che gli standard di allevamento bio, con le mucche che pascolano all’aperto finché la stagione lo consente, tenute in condizioni poco affollate, alimentate con foraggi privi di pesticidi, cresciuti senza farmaci e con sistemi di gestione del letame che evitano la contaminazione del suolo, dell’acqua e delle colture, “premiano” i consumatori con un profilo di grassi più sano per il cuore.
In Italia, gli under 35 sono i protagonisti di uno storico ritorno nei campi. E, grazie a spirito di innovazione e competenze acquisite, rendono le aziende più sostenibili.
Slow Food ha stilato un decalogo di valori che devono essere alla base di una viticoltura sostenibile. Per un vino buono… in tutti i sensi.
Al via gli storici eventi di Torino e Bologna con edizioni rinnovate e tante novità. Terra Madre e Sana, per parlare di cibo, salute, sostenibilità e cambiare il futuro.
La coltivazione bio degli oliveti favorisce la sopravvivenza delle api, custodi della biodiversità a tavola. Un circolo virtuoso a cui potete partecipare anche voi con l’extravergine Bios Monini e LifeGate, grazie al progetto Le api e l’olio, che torna alla terza edizione.
Dalle campagne pugliesi all’area metropolitana di Milano, Monini porta avanti il proprio impegno in difesa delle api. Per festeggiare i suoi primi cento anni, l’azienda ha deciso di sostenere il progetto Bee my Future di LifeGate.
Da oltre 40 anni Germinal Bio è impegnata in una produzione alimentare sostenibile, rispettosa della salute dell’uomo e dell’ambiente. E continua a immaginare un futuro sempre più verde.
Un dolce che profuma di fiori e di bosco, la pietra di crema d’alpeggio. Una ricetta ricca di gusto e raffinatezza con un cuore morbido di crema fresca.
Fresco, sano, colorato, gustoso: l’orzo perlato con mentuccia selvatica e verdure croccanti dona un tocco di classe alla tavola. Una ricetta estiva.
La tecnologia sperimentata da un gruppo di scienziati fornirebbe indicazioni sull’alimentazione seguita e su quella più indicata per il proprio organismo.