Il conto delle minne, romanzo di donne

Un bellissimo romanzo di formazione, per tre quarti davvero avvincente. Poi, purtroppo, deludente perché perde d’intensità nei contenuti, nei ritmi e nello stile. Peccato.

Il libro inizia con la ricetta delle ‘minne di sant’Agata’, le
cassatelle che si preparano in Sicilia in occasione della festa
della Santa, ogni 5 febbraio. E proprio il 5 febbraio, nonna e
nipote, omonime della Santa, nella penombra della cucina si
dedicano al sacro rito della preparazione dei dolci: ” La nonna, di
cui porto il nome, aveva stabilito che io l’aiutassi in cucina
nella delicata preparazione dei dolcetti e mi designò
custode ufficiale della ricetta e sua unica erede”.

“Il conto delle minne dev’essere pari”, ricorda la nonna alla
nipote Agatina. E in questo libro le minne si contano e si
raccontano. Certo, sono i dolci le minne. Ma sono anche i seni,
simbolo di femminilità. Raccontano storie di bellezza,
dolcezza, amore e purtroppo anche di amarezza, tristezza e rancore.
Sono i seni grandi, morbidi, rotondi e sani, ma anche piccoli,
cadenti, invisibili o malati.

La piccola Agata cresce in questo libro. Assistiamo al suo
cambiamento da bambina a donna. Ci racconta la storia sua vita e
quella della sua famiglia, in particolare delle donne della sua
famiglia. Femminili, genuine, buone, ma anche cattive, arcigne e
dure.

Un bellissimo romanzo di formazione, per tre quarti davvero
avvincente. Poi, purtroppo, deludente perché perde
d’intensità nei contenuti, nei ritmi e nello stile.
Peccato.

Ci sono le debolezze delle donne, l’ostinazione per amori
logoranti, quelli a cui, chissà perché, ci si
affeziona di più. Ma soprattutto c’è la forza delle
donne. Quella di rinascere. Sempre. Perché ‘bel tempo e malo
tempo non dura tutto tempo’, come insegna la nonna alla piccola
Agata. Le donne lo sanno.

 

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