
La società elettrica che soddisfa la domanda nel 95% delle Hawaii ha annunciato un piano per raggiungere la neutralità climatica prima del 2050.
L’Italia spende 1 miliardo di euro all’anno per illuminare le città, ma un italiano su due si sente poco sicuro. Male illuminati scuole e ospedali
Negli ultimi 12 mesi la metà degli italiani, 29,3 milioni di persone, si sono sentiti insicuri in un luogo pubblico a causa della scarsa illuminazione. Non solo, sei milioni di italiani hanno regolarmente paura del buio o della cattiva illuminazione pubblica di strade, piazze e giardini. E nonostante questo l’Italia è il secondo paese in Europa, dopo la Spagna, con la maggior spesa per illuminazione pubblica: 1 miliardo di euro all’anno. Sono i dati, un po’ sconcertanti, emersi dalla ricerca condotta da Censis per conto di Gewiss, azienda italiana che opera a livello internazionale nella produzione di soluzioni e prodotti per la domotica, l’energia e l’illumino-tecnica per i settori residenziale, terziario e industriale. A questo quadro contraddittorio si aggiunge il fatto che l’Italia è anche il paese al mondo con il maggior inquinamento luminoso in rapporto alla superficie del territorio.
Sono le giovani donne (76,2 per cento) a temere maggiormente il buio e soprattutto gli abitanti delle grandi città con 71,5 per cento, quelli delle Sud e delle Isole (62,6 per cento) e gli abitanti del Centro (58,5 per cento). In tema di cattiva illuminazione anche i millennial (70,6 per cento) e i laureati (64,5 per cento) sono particolarmente attenti e giudicano assolutamente inefficiente l’illuminazione dei luoghi pubblici e di lavoro.
Secondo quanto emerso dall’indagine i luoghi pubblici male illuminati sono prevalentemente le strade fuori dal contesto urbano e, a seguire, giardini, parchi e parcheggi. Anche le strade urbane risultano poco illuminate.
Strade a parte, la scarsa illuminazione riguarda anche scuole e ospedali. 2,6 milioni di genitori di alunni ritengono che vi siano luci inadeguate nelle strutture scolastiche. L’insufficiente illuminazione coinvolge in particolare le scuole delle regioni del Sud (28,5 per cento, superiore del 5,5 per cento rispetto al totale nazionale). Mentre sono 9,2 milioni gli italiani che dicono di essere stati nell’ultimo anno in ospedali e altre strutture male illuminate. Sono, ancora una volta, le regioni del Sud a registrare la peggiore illuminazione delle strutture sanitarie con il 26 per cento (+7,9 per cento rispetto alla media nazionale) e nelle grandi città (22,2 per cento, +4,1 per cento rispetto alla media nazionale).
Per contro, i centri commerciali e supermercati sono sempre molto, forse troppo, illuminati: solo il 6,4 per cento ne ha visitati di male illuminati. Infine, l’82 per cento degli italiani ritiene che illuminare monumenti, statue, palazzi e opere architettoniche sia un modo per valorizzarli e farli visitare di più.
Italia male illuminata nonostante la spesa esorbitante messa in campo. I comuni italiani spendono per l’illuminazione pubblica 1 miliardo di euro l’anno, pari a 18,7 euro per abitante, il costo più alto registrato a livello europeo dopo quello della Spagna.
Il consumo annuo pro capite per illuminazione pubblica in Italia è 107 kWh: oltre il doppio della Germania con i suoi 50kWh, della Gran Bretagna con 42kWh e un terzo in più della Francia. La causa è da imputare al fatto che in Italia si installano sistemi di illuminazione con potenza troppo elevata, con un consumo medio di 105 chilowattora, mentre in Europa è di 51 chilowattora. Questo significa che l’Italia ha una potenza installata per superficie urbanizzata più che doppia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei.
Per superare il problema sarebbe utile ripensare un servizio di illuminazione pubblica che tenga in considerazione la sicurezza dei cittadini, la qualità estetica e funzionale degli spazi e nuovi vincoli di bilancio. La soluzione arriva dall’innovazione tecnologica, soluzioni smart, che possano abbattere i costi (dando luce solo ed esclusivamente quando e dove serve) e allo stesso tempo corrsipondano alle aspettative, in termini di qualità e di sicurezza, dei cittadini. Oggi esistono soluzioni tecnologiche di illuminazione a led delle città in grado non solo di ottenere importanti riduzioni dei costi, ma di fornire benefici diretti ai cittadini con nuovi servizi connessi come WI-FI, telecamere e rilevamento dell’inquinamento dell’aria, i cosiddetti lampioni intelligenti.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La società elettrica che soddisfa la domanda nel 95% delle Hawaii ha annunciato un piano per raggiungere la neutralità climatica prima del 2050.
Stanno appassionando gli italiani le strisce pedonali smart installate a Cambrils, in Spagna. Grazie a dei sensori le strisce si illuminano quando passano i pedoni.
Con Solar Roadways strade e autostrade saranno capaci di produrre energia elettrica rinnovabile. Invece dell’asfalto, intere distese di celle fotovoltaiche. Negli Usa ora fanno sul serio.
Ad aprile, il Portogallo ha registrato il 51% di produzione elettrica da energie rinnovabili. Un record assoluto. Successo analogo anche in Spagna.
L’accusa è quella di aver contribuito consapevolmente alla crisi climatica. Eni rigetta le accuse. La società è criticata anche per i nuovi giacimenti.
Il Cdm italiano approva la realizzazione di 13 nuovi impianti ad agrivoltaico nel sud Italia. Dall’altra parte continua a sostenere il gas fino al 2028.
Da ottobre a marzo, le rinnovabili hanno coperto il 40% della produzione energetica contro il 37 da fossili. È la prima volta che accade in Europa.
Le fonti rinnovabili hanno raggiunto il 50,3 per cento dei consumi finali, in Germania, nel primo trimestre dell’anno in corso.
Digiwatt è uno strumento per misurare i consumi energetici della propria casa o azienda. Perché la transizione energetica dipende dalla consapevolezza.