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Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione di una malattia subdola e frequente nei gatti: l’ipertensione felina. Scopriamo con l’esperto come identificarla e curarla.
L’ipertensione felina è una patologia subdola e purtroppo frequente nella popolazione dei gatti domestici. Per questo motivo è partita nel mese di ottobre una campagna di sensibilizzazione dedicata alla prevenzione e alla cura di questa malattia. L’iniziativa, promossa da Ceva salute animale in collaborazione con Anmvi, ha visto la sua prima edizione nel 2018 con oltre 600 veterinari aderenti e più di 40mila proprietari di gatti che hanno visitato la pagina web dedicata al problema. La campagna prevede anche quest’anno il supporto di un sito specifico che ha come testimonial un simpatico micino e che fornisce ai proprietari informazioni sull’ipertensione felina. Allo stesso indirizzo si possono anche localizzare i veterinari aderenti ai quali richiedere maggiori delucidazioni e la misurazione della pressione al proprio gatto come screening di routine. Gli studi scientifici hanno rilevato che almeno un felino su sei oltre i sette anni d’età può soffrire di ipertensione, a maggior ragione se affetto da insufficienza renale cronica o ipertiroidismo. Pur se così diffusa e pericolosa, l’ipertensione felina non è però una malattia conosciuta. Le rilevazioni statistiche dimostrano, infatti, che il 74 per cento dei proprietari di gatti non la conosce e non ne ha mai sentito parlare.
L’ipertensione felina è una condizione di pressione sistemica elevata che molto spesso sfugge all’individuazione nel gatto che ne è afflitto e si rivela una patologia subdola, ma spesso invalidante. “L’ipertensione felina si associa molte volte ad altre malattie e raramente è una condizione primaria. Tra le più frequenti patologie associate a ipertensione troviamo la malattia renale cronica e l’ipertiroidismo felino”, spiega il dottor Luca Carletti, medico veterinario.
L’ipertensione felina è più comunemente una condizione che interessa l’animale anziano o comunque maturo. Non c’è un’età precisa per la sua comparsa perché talvolta le patologie associate a ipertensione, seppur raramente, possono insorgere in età più giovane (come facilmente accade alla malattia renale). “Sarebbe buona norma includere la misurazione della pressione nella visita di routine dei nostri gatti, specialmente se siamo a conoscenza di problematiche come quelle citate in precedenza che già li interessano, o se assumono determinati farmaci (come il cortisone per esempio). Comunque, una visita veterinaria dopo i 6/7 anni di età costituisce una valida ed efficace prevenzione della malattia”, continua il dottor Carletti.
Notare i sintomi legati all’ipertensione è piuttosto difficile in stadi precoci e questa è la ragione per cui la prevenzione è fondamentale. “Se si notano sintomi significa che la condizione patologica è già piuttosto grave in quanto l’ipertensione danneggia per prima cosa gli organi e gli apparati più vascolarizzati come il rene, il sistema nervoso, l’occhio e il cuore”, spiega Luca Carletti. La malattia può provocare cecità improvvisa se è colpito l’occhio, per esempio, causando grosse difficoltà al gatto e una seria compromissione della sua vita quotidiana. “Non ci sono particolari predisposizioni di razza, ma vanno osservate con attenzione quelle che possono soffrire di malattia renale cronica a causa di patologie congenite (come la malattia del rene policistico nel persiano e nel british o l’amiloidosi negli abissini, nei siamesi e negli orientali)”, conclude il dottor Carletti.
Le cure dell’ipertensione felina consistono nell’assunzione di un farmaco a lungo termine che deve essere prescritto e scelto dal medico veterinario a seconda della condizione clinica del paziente. Si tratta di farmaci anti-ipertensivi che richiedono comunque un monitoraggio nel tempo e una massima attenzione nelle dosi somministrate perché possono risultare pericolosi se non perfettamente dosati. Rimane importantissima, quindi, la prevenzione che consiste nelle visite di routine dal veterinario e che comprende anche la misurazione della pressione. Questo non permette di evitare la patologia, ma sicuramente di diagnosticarla in maniera precoce, evitando così le conseguenze più pericolose che l’ipertensione potrebbe comportare nel tempo.
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