Israele costruirà oltre 5mila nuove case abusive in territorio palestinese

Il governo di estrema destra di Israele continua con gli insediamenti illegali in Palestina. E stavolta le critiche arrivano anche dagli Usa.

  • Il piano prevede la costruzione di 5.700 nuove case. Nel 2023 è record di insediamenti israeliani in Palestina.
  • Il governo israeliano ha anche legalizzato alcuni insediamenti degli anni Novanta con una risoluzione retroattiva.
  • Le colonie sono illegali secondo il diritto internazionale. E ora anche gli Usa hanno preso posizione contro Israele.

Il governo di estrema destra di Israele prosegue con le operazioni di insediamento nei territori occupati della Palestina. L’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu e composto da partiti ultraortodossi ha infatti annunciato la costruzione di 5.700 nuove case per coloni in Cisgiordania. La decisione è stata criticata dalla comunità internazionale, compresi gli alleati Stati Uniti, dal momento che rende sempre più difficile il raggiungimento di una pace con la Palestina.

Colonie di Israele in Palestina
Colonie di Israele in Palestina © AHMAD GHARABLI/AFP via Getty Images

Le nuove colonie di Israele

Il piano di costruzione di 5.700 nuove case nel territorio palestinese della Cisgiordania è stato approvato dal governo israeliano lunedì 26 giugno. Non ci sono altri dettagli sull’operazione e non è ancora chiaro quando i lavori partiranno.

Quello che è certo è che quest’anno Israele batterà ogni record di colonizzazione dei territori palestinesi. Con quelle 5.700 nuove case il numero di insediamenti progettati quest’anno supererà i 13mila, battendo il precedente record di 12.159 nuove case per coloni, fatto segnare nel 2020. 

Al di là delle nuove costruzioni, il governo di estrema destra guidato da Netanyahu ha anche approvato una misura retroattiva che legalizza una serie di insediamenti eretti tra il 1998 e il 1999 al di fuori di ogni canale legislativo anche solo israeliano. Infine, con un’altra risoluzione è stato di fatto trasferito completamente nelle mani del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich il potere di pianificazione dei nuovi insediamenti. Con un dettaglio: Smotrich è lui stesso un colono israeliano nei territori occupati palestinesi.

La condanna internazionale

La decisione del governo Netanyahu di approvare un nuovo pacchetto di colonie arriva in un periodo di forte tensione e scontri con la Palestina. L’obiettivo è rosicchiare sempre più terra ai palestinesi, così da indebolirli e cancellare una volta per tutte una soluzione di pace che preveda l’esistenza di uno stato palestinese.

Ricordiamo che le politiche di insediamento di Israele in Cisgiordania sono illegali secondo il diritto internazionale. Dopo la guerra dei Sei giorni del 1967, l’Onu con la risoluzione 242 ingiunse a Israele di ritirarsi dai territori palestinesi conquistati militarmente. Sono passati 56 anni e non solo Israele non li ha lasciati, ma anzi ha continuato sistematicamente a estendere la sua presenza e il suo controllo su di essi.

Il nuovo piano israeliano di costruzione di 5.700 nuove case in territorio palestinese ha suscitato le critiche anche di un alleato storico di Tel Aviv, cioè gli Stati Uniti. “Riteniamo che gli insediamenti siano un ostacolo a una soluzione negoziata a due stati lungo le linee del 1967, che alla fine riteniamo sia il modo migliore per risolvere il conflitto israelo-palestinese”, ha dichiarato Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato Usa. I rapporti tra Stati Uniti e Israele si sono un po’ raffreddati negli ultimi mesi, dopo la salita al potere dell’esecutivo di estrema destra guidato da Netanyahu. Le sue politiche ultraortodosse non stanno infatti piacendo a Washington.

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