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Record di auto circolanti nella penisola: oltre 40 milioni. L’elettrico cresce ma non sfonda e il trasporto pubblico locale rischia una forte contrazione.
L’auto resta la grande passione degli italiani. Il tasso di motorizzazione continua ad aumentare ma non quanto lo svecchiamento del parco auto circolante, che rimane vetusto ed eccessivamente inquinante. L’elettrico, pur in decisa crescita, ancora non sfonda; e al contempo il trasporto pubblico locale rischia di subire una forte contrazione della domanda a causa dell’aumento dell’età media della popolazione. Tra (poche) luci e (molte) ombre, è questo lo scenario delineato dal 20esimo Rapporto sulla mobilità degli italiani curato dall’Isfort, l’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti.
A fronte di un calo generalizzato degli spostamenti dell’11,7 per cento rispetto al 2002, lo scorso anno per la prima volta il numero di auto circolanti sulle nostre strade ha sfondato il muro dei 40 milioni, con un incremento di un punto percentuale rispetto al 2021 e del 19 per cento negli ultimi 20 anni. In due decenni, il tasso di motorizzazione italiano è salito da 58,8 a 68,1 vetture ogni 100 abitanti: un dato superiore di 15 punti rispetto alla Spagna e di 10 in confronto alla Francia e alla Germania. I mezzi a quattro ruote che circolano in Italia sono mediamente vetusti – nel 60 per cento dei casi hanno più di 10 anni, contro il 40 per cento di Francia e Germania – ma restano la modalità di spostamento preferita. Le vecchie abitudini, parzialmente interrotte dalla pandemia, sono tornate prepotentemente in auge: due spostamenti su tre avvengono in auto, meno di due su dieci a piedi ed appena il 4 per cento in sella a una bici o attraverso altre forme di micromobilità, mentre solo il 7,5 per cento degli italiani sale su un bus per percorrere i tragitti quotidiani.
A proposito di trasporto pubblico locale, bus e metro stanno rinnovando le proprie flotte, ma in prospettiva l’invecchiamento demografico avrà ripercussioni anche sulla popolazione scolastica: entro il 2030 la minor domanda di trasporto degli studenti si tradurrà in potenziali cali per il tpl che, soprattutto al Sud, saranno a due cifre. Più in generale, il trasporto pubblico in Italia sconta un gap importante con il resto d’Europa per quanto riguarda gli investimenti pubblici: lo 0,40 per cento rispetto al Pil è un dato di tre volte inferiore rispetto alla Spagna e di quattro volte rispetto alla Germania. In sostanza nel nostro Paese le limitate risorse aggiuntive per il settore, imposte dai vincoli di spesa pubblica, non riescono a disinnescare il circolo vizioso di una mobilità collettiva destinata in prevalenza a chi non ha alternative per spostarsi.
Per quanto riguarda la mobilità elettrica, il trend di crescita è stato considerevole negli ultimi anni, seppure nel 2022 si sia registrata una parziale battuta d’arresto legata alla riduzione degli incentivi per l’acquisto. Le auto ad alimentazione elettrica pura sono passate da poco meno di 1.500 immatricolazioni nel 2015 (0,09 per cento della quota mercato) ad oltre 67.000 (5,11 per cento); nello stesso arco temporale, le ibride plug-in sono passate da 890 immatricolazioni (0,06 per cento del venduto) a quasi 70mila nel (5,11 per cento). Il balzo più considerevole resta quello delle auto ad alimentazione ibrida: da 25mila a 450mila immatricolazioni, con una quota mercato salita dall’1,6 per cento al 34 per cento.
Una buona notizia riguarda le infrastrutture di ricarica, che stanno ormai per raggiungere le 22.700 stazioni di rifornimento di carburanti tradizionali: alla fine del 2022 sono state rilevate poco meno di 20mila stazioni, con oltre 36mila punti di ricarica, numeri quadruplicati negli ultimi quattro anni. La distribuzione territoriale delle colonnine di ricarica premia il Nord (quasi il 60 per cento dei punti), mentre al Sud e nelle isole l’incidenza è del 20 per cento. Gli italiani di dicono pronti a passare all’auto elettrica ma il principale freno resta sempre il costo elevato: in una scala che va da 1 a 5, il punteggio medio è di 4,19. Decisamente meno significativo è il tema dell’autonomia delle batterie.
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