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Gli studi di Jane Goodall sui primati hanno cambiato il modo di intendere i rapporti con gli animali. La sua fondazione, che ha sede anche in Italia, diffonde una cultura di etica ambientale.
“Con il nostro agire quotidiano, possiamo aiutare l’ambiente e tutti coloro che assieme a noi abitano il pianeta, umani e non umani.” Una frase di Jane Goodall che lei stessa in prima persona ha attuato.
Nata nel 1934 in Inghilterra si è interessata già nell’infanzia di animali selvaggi, di foreste, dell’Africa. A 23 anni andò in Kenya a trovare un’amica e in quest’occasione contattò il famoso antropologo e paleontologo Louis Leakey che aveva un forte interesse per la vita e le abitudini dei scimpanzé. Leakey ritenne che una conoscenza approfondita di questi primati ci potesse illuminare sulle nostre origini. Tre anni dopo Jane Goodall era già ritornata in Africa come assistente di Leakey e cominciò delle ricerche sui primati in Tanzania, nel Gombe Stream National Park. La comunità scientifica era scandalizzata che venisse affidato una ricerca pionieristica come questa a una giovane donna senza alcuna preparazione scientifica. Più tardi, Goodall si laureò in etologia a Cambridge.
Goodall ha vissuto per molti anni in stretto contatto con una comunità di scimpanzé, l’ha seguita nella foresta, ne ha condivisa la vita quotidiana. Ha fatto delle scoperte clamorose: gli scimpanzé costruiscono e usano strumenti, hanno una vita di relazione molto sviluppata e una coscenza di sé, umano e scimpanzé hanno in comune più del 98% del codice genetico. Tutto questo in un’epoca in cui era normale pensare che animali e umani appartengono a mondi distanti. È sua la frase: “Indubbiamente, vi sono persone che preferirebbero non credere che gli scimpanzè siano coscienti di sé, poiché, ancor più saldamente radicata della vecchia idea che l’uomo è l’unico essere in grado di farsi gli strumenti, è il concetto che è solo l’uomo nel regno animale l’essere conscio di se stesso”.
Nel 1977 fondò il Jane Goodall Institute che oggi ha uffici in 12 paesi, anche in Italia. L’istituto promuove attività che favoriscono relazioni positive tra l’uomo, l’ambiente e gli animali, tutela il habitat dei primati, favorisce la conoscenza della natura, mantiene 5 oasi faunistiche in Africa dove trovano rifugio gli scimpanzé sottratti al traffico illegale di animali. Da 15 anni Jane Goodall viaggia in tutto il mondo per raccogliere fondi per il suo istituto e sensibilizzare l’opinione pubblica. Ha pubblicato numerosi libri e video e ricevuto riconoscimenti accademici in tutto il mondo.
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