L’immaginario sessuale: un mondo fantastico di libertà

Dopo anni in cui la maggior parte delle persone si

Le fantasie sessuali, ci dicono giustamente, vanno quasi sempre
assolte dal severo giudizio del nostro censore morale interno.
Anche quando rappresentano strane scene, al limite dell’etica e
della decenza? Sappiamo tutti, per esempio, che ci sono donne che
fantasticano di essere prese con la forza. E’ ovvio però che
una fantasticheria del genere ha un significato simbolico (la donna
desidera essere liberata dai propri sensi di colpa riguardo alla
sessualità, e venire a contatto con una virilità
decisa, senza tentennamenti). Naturalmente questo non significa che
la stessa donna desideri subire la benché minima prepotenza
nella vita erotica reale. La fantasia infatti ha spesso un valore
compensativo: a fare questi sogni sono frequentemente donne che,
nella pratica, mai e poi mai accetterebbero di subire situazioni di
passività estrema.

E ancora: ci possono essere sogni di omosessualità, sogni
che interessano persone conosciute, persino sogni che coinvolgono
animali! Anche in questo caso l’immaginario è libero? La
riposta non cambia: quasi sempre sì! Si possono sognare
anche cose estremamente trasgressive (e spesso nella fantasia
questi elementi vanno interpretati come simboli: gli animali, per
esempio, rappresentano l’istinto).

Attenzione, però: abbiamo detto che i sogni sono
accettabili, quasi sempre.
Ci sono però casi in cui le fantasie sessuali non vanno bene
affatto. Quando la fantasia erotica ha forti contenuti di violenza
e sopraffazione di più deboli, quando la rappresentazione di
scene eticamente discutibili non è il ghiribizzo di un
momento ma un tema ricorrente, quando il sogno segue schemi fissi,
rigidi, ossessivi, ripetitivi, quando è accompagnato da
sensazioni di angoscia, paura, rabbia o dolore, allora deve
scattare un campanello d’allarme. Queste non sono più le
normali capriole dell’immaginario che sperimenta, e si autoindaga,
sono invece le richieste d’aiuto di una psiche profondamente ferita
e in difficoltà. Colpevolizzarsi non serve, parlare
seriamente con un esperto che aiuti a decodificare tutto ciò
è però indispensabile.

Emma Chiaia

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