La barriera corallina si esplora su Google

Dal 12 novembre prossimo sarà possibile per tutti ammirare i fondali della barriera corallina australiana, senza spostarsi da casa e senza rischiare di danneggiare questo preziosissimo ecosistema.   Google Ocean ha infatti aggiunto alle proprie mappe sia quella della barriera, sia quella dei fondali della Baia di Sidney, esplorabili con una funzione molto simile alla

Dal 12 novembre prossimo sarà possibile per tutti ammirare i fondali della barriera corallina australiana, senza spostarsi da casa e senza rischiare di danneggiare questo preziosissimo ecosistema.

 

Google Ocean ha infatti aggiunto alle proprie mappe sia quella della barriera, sia quella dei fondali della Baia di Sidney, esplorabili con una funzione molto simile alla “street view” di Google maps. Oltre ai dati dettagliati sui fondali, inoltre, il programma fornirà anche informazioni sui cambiamenti climatici.

 

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Foto © Google.com

Alla presentazione delle nuove mappe, che avverrà durante il World Park Congress che si svolge a Sidney dal 12 al 19 novembre, ha contribuito anche la ricercatrice italiana Mariasole Bianco, che lavora in Australia nella Commissione Mondiale delle Aree Protette (WCPA).

 

Lo scopo dello sviluppo di Google Ocean è quello di migliorare la conoscenza e quindi la tutela degli oceani che non possono prescindere dal coinvolgimento dei giovani. Per questo, la scienziata presenterà durante l’evento anche una “Dichiarazione dei giovani professionisti”, che servirà anche a dare alle associazioni ambientaliste di tutto il mondo le linee guida per coinvolgere maggiormente i giovani.

 

In copertina Foto © Google.com

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