
Sugli oceani galleggiano 171mila miliardi di frammenti di plastica
I nostri oceani sono sommersi da 2,3 milioni di tonnellate di frammenti di plastica, una quantità che ha visto un drastico aumento a partire dal 2005.
Gli oceani sono vitali per la nostra sopravvivenza e per gli equilibri del Pianeta: ricoprono il 70 per cento della superficie terrestre, assorbono un terzo dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo e più del 90 per cento del calore in eccesso sulla Terra, mitigando così gli effetti del riscaldamento globale. Almeno tre miliardi di persone dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il proprio sostentamento. Per questi motivi l’Onu ha proclamato il Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile (2021-2030) per incentivare il loro studio e, quindi la loro protezione. Infatti, sembra incredibile, ma non conosciamo ancora gran parte degli oceani: più dell’80 per cento degli oceani non è ancora stato mappato, osservato, né esplorato. Eppure, i le minacce che affrontano sono chiare, e legate alle attività umane: il riscaldamento globale, con l’acidificazione degli oceani, l’inquinamento, e lo sfruttamento delle risorse, ovvero la pesca eccessiva. Questi fattori causano un cambiamento, e quindi un declino degli ecosistemi e della biodiversità. Non a caso il segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che gli oceani versano uno stato di emergenza. C’è anche una giornata mondiale dedicata: l’8 giugno si festeggia la Giornata mondiale degli oceani. A proporne la nascita è stato il governo canadese nel 1992, al Summit della Terra tenutosi quell’anno a Rio de Janeiro; dal 2008 la ricorrenza è riconosciuta dalle Nazioni Unite (Onu). L’obiettivo della giornata è ricordarci che sono gli oceani a fare da collante fra le nazioni e i popoli della Terra e avvertirci che stanno soffocando a causa dei rifiuti che vi finiscono, specialmente la plastica.
I nostri oceani sono sommersi da 2,3 milioni di tonnellate di frammenti di plastica, una quantità che ha visto un drastico aumento a partire dal 2005.
Ci sono voluti 15 anni di negoziati ma i governi di tutto il mondo hanno raggiunto un accordo per la protezione degli oceani e dell’alto mare.
Uno studio internazionale ha confermato il preoccupante e continuo aumento delle temperature delle acque degli oceani di tutto il mondo.
La biodiversità marina è quella più minacciata dalle attività umane. Lo svela il recente aggiornamento della Lista rossa di Iucn a Montreal.
La blue economy, l’insieme delle attività economiche legate a oceani, mari e coste che promuove la crescita sostenibile, è un promettente ambito d’investimento.
Le aziende che coltivano pesce in laboratorio ricevono ingenti finanziamenti per sviluppare il prodotto, ma sull’acquacoltura in cellule il dibattito è aperto.
Il dugongo non avrebbe più i numeri per continuare la specie in Cina. Una notizie che deve mettere in guardia le altre nazioni che lo ospitano.
Le aree centrali e settentrionali della Grande barriera corallina, al largo dell’Australia, sono in salute, ma è importante non abbassare la guardia.
Nelle isole dove il turismo è a misura d’uomo e le sfide quotidiane diventano problemi esistenziali, si svela l’anima delle Maldive autentiche.
Dopo il massacro di più di 1.400 delfini avvenuto lo scorso settembre, il governo delle Faroe ha deciso di limitare la caccia a cinquecento esemplari.