
Secondo Gkf Eurisko “Expo è un esempio da seguire”. Non una ma due certificazioni, record mondiale di raccolta differenziata, linee guida per la progettazione sostenibile dei padiglioni e attività ecoculturali in atto ovunque.
Il riconoscimento da parte dell’Unesco proteggerebbe la pizza e l’economia ad essa legata, dal fenomeno dell’italian sounding. Riconoscere la pizza è un’occasione per salvaguardare il made in Italy.
Da anni sono impegnato perché sia riconosciuta in Europa e nel Mondo l’arte napoletana della pizza, un patrimonio italiano e mondiale.
Nel 2000 avviai la procedura per il marchio STG (specialità tradizionale garantita, il marchio europeo per le ricette) e dopo anni la pizza napoletana e la pizza margherita sono tra i pochissimi piatti europei ad aver ricevuto questo attestato dalla UE. Occorre però che sia attivato un efficace consorzio che controlli e valorizzi i “pizzaiuoli” che rispettano i disciplinari.
La pizza è la pietanza più conosciuta e consumata al mondo e sarà sempre più utile poter formare dei pizzaiuoli che sappiano realizzarla a regola d’arte.
Vanno seguite le procedure corrette, rispettate naturalmente le norme igienico sanitarie, utilizzati i migliori ingredienti e quelli giusti a partire dalle giuste farine e dall’olio extravergine di oliva. Vanno puliti i forni come ogni operatore corretto sa bene e vanno usate le pale forate per infornare come ha ben spiegato uno dei pizzaioli più conosciuti e stimati, Gino Sorbillo, in un video molto visto in rete .
La petizione chiede alla commissione italiana per l’Unesco di sostenere, nella sua riunione annuale del prossimo marzo, la candidatura dell’Arte della Pizza per l’iscrizione tra i beni immateriali patrimonio dell’Umanità, domanda già presentata dal ministero delle Politiche Agricole presso la sede mondiale Unesco di Parigi fin dal 2011. Potremmo anche utilizzare i sei mesi della prossima Expo 2015, dedicata all’agricoltura, per raccogliere il consenso degli altri Paesi.
Ottenere questo importante riconoscimento rafforzerà la grande campagna per la tutela del made in Italy (l’agroalimentare più falsificato al mondo) e contribuirà a responsabilizzare tutti gli operatori per realizzare prodotti di qualità e a regola d’arte.
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Secondo Gkf Eurisko “Expo è un esempio da seguire”. Non una ma due certificazioni, record mondiale di raccolta differenziata, linee guida per la progettazione sostenibile dei padiglioni e attività ecoculturali in atto ovunque.
A un mese dalla chiusura di Expo, annunciata la destinazione del padiglione Coca Cola, che tornerà a seconda vita come promesso. Gratuitamente e a disposizione degli appassionati di basket.
Chiusi i cancelli dell’Esposizione, ora alcuni dei padiglioni in legno certificato Pefc avranno una seconda vita.
Dopo la Carta di Milano, a Expo Milano 2015 nasce il manifesto sull’agricoltura biologica: la Carta del Bio. Per nutrire il pianeta e proteggere la terra.
L’agricoltura biologica in Perù, che rispetta la terra e chi la coltiva, ha permesso ai contadini peruviani di uscire dalla povertà e dal narcotraffico.
Concluso uno degli appuntamenti più importanti di Expo nella Giornata mondiale dell’alimentazione. Mattarella: “Nutrire il pianeta è la sfida epocale che abbiamo di fronte”.
L’edizione del 2015 è dedicata alla protezione sociale per enfatizzarne l’importanza nel combattere la povertà rurale e nell’assicurare l’accesso al cibo.
Un sito espositivo unico, in un Paese crocevia tra Europa ed Asia. Da Astana partirà la transizione energetica del Kazakistan.
Dal 15 ottobre Milano ospita una mostra fotografica molto particolare: una selezione di venti scatti di Peter Caton rappresentativi di come sia possibile coltivare (e mangiare) cibo senza inquinare.