
La sonda Juno ruoterà attorno al gigante gassoso per circa 20 mesi, prima di precipitare nella sua atmosfera. Dentro molta tecnologia italiana.
Rosetta e Philae sono giunti a destinazione, a 510 milioni di chilometri dalla Terra. È la prima volta che l’uomo riesce a far atterrare qualcosa sul suolo di una cometa.
Il 12 novembre 2014, dopo dieci anni nello spazio il lander Philae, trasportato dalla sonda Rosetta, è atterrato sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (67P/C-G) a 510 milioni di chilometri di distanza. È la prima volta nella storia che l’uomo riesce inviare qualcosa sul suolo di una cometa. La discesa è durata circa sette ore. Ma il viaggio di Rosetta e Philae è stato molto più complicato e lungo. Molto lungo: miliardi di chilometri.
La missione dell’Agenzia spaziale europea (Esa) ha dovuto adattarsi perché la forma della cometa si è rivelata più complessa di quello che gli scienziati pensavano all’inizio, così la sonda Rosetta ha dovuto compiere diverse manovre intorno a 67P/C-G prima di atterrare. Non si sa ancora se Philae avrà vita facile sulla tortuosa superficie della cometa fatta di crateri, dirupi e massi grandi come case, ma per l’Esa si tratta già di un grande successo perché le informazioni provenienti dal lander ci permetteranno di scoprire caratteristiche nuove sulle comete e sul loro comportamento.
La sonda Rosetta è stata chiamata così dagli scienziati europei perché confidano nel fatto che, come la stele di Rosetta permise agli archeologi di tradurre il geroglifico degli egizi dal greco, così la sonda possa contribuire a capire meglio come si formano i pianeti e come è nato il nostro sistema solare. Nel video (sopra), una spiegazione per bambini (ma anche adulti) sulla storia di Rosetta e Philae realizzato dall’Esa per comprendere meglio lo scopo e la storia della missione.
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