Le ferrovie abbandonate recuperate con il piano Legambiente-Legacoop

Un piano per trasformare le ferrovie abbandonate in percorsi per le biciclette, “adottare” le stazioni dimenticate, le case cantoniere in disuso e tanti altri progetti che sono racchiusi nel quaderno dedicato da Legacoop e Legambiente alla valorizzazione del patrimonio in disuso, che potrebbe generare ricchezza e qualità nel segno della mobilità sostenibile. È la nuova

Un piano per trasformare le ferrovie abbandonate in percorsi per le biciclette, “adottare” le stazioni dimenticate, le case cantoniere in disuso e tanti altri progetti che sono racchiusi nel quaderno dedicato da Legacoop e Legambiente alla valorizzazione del patrimonio in disuso, che potrebbe generare ricchezza e qualità nel segno della mobilità sostenibile.

È la nuova economia che trasforma la crisi economica in opportunità: di lavoro, di buona economia sostenibile, di economia attenta all’ambiente e al territorio. In particolar modo quei modelli che tutelano e rispettano i territori, i tessuti sociali e naturalistici, con un occhio in particolare alla mobilità ciclabile.

ferrovia abbandonata sacile gemona
Binari tra Sacile e Gemona in disuso a Travesio, Italy. (Photo di Andrea Spinelli/Corbis via Getty Images)

Il piano di Legacoop-Legambiente e le cooperative di comunità

Le cooperative di comunità sono le società che meglio si stanno adattando a questo nuovo paradigma dell’economia del benessere su cui l’Italia potrebbe puntare nei prossimi anni e decenni per mettersi alle spalle la crisi provocata nel 2008. Le cooperative di comunità sono sono un modello di impresa sostenibile in cui i cittadini si auto-organizzano.

Così scrive Mauro Lusetti, presidente nazionale di Legacoop, sul quaderno prodotto in collaborazione con Legambiente: “I cambiamenti che stanno investendo il nostro paese, hanno dato nuova linfa al protagonismo dei cittadini che hanno deciso di mettersi in gioco. (…) Le cooperative di comunità si riappropriano di quei beni troppo spesso considerati “terra di nessuno” e lasciati all’incuria e all’abbandono, restituendoli alla collettività creando valore per la comunità tutta”.

Un progetto che ha bisogno di tempo per trovare il giusto sbocco. “Quando  nel  2011  Legambiente  ha  sottoscritto  il  Protocollo  d’intesa  con  Legacoop  dedicato  alla promozione e alla diffusione delle cooperative di comunità – afferma la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – eravamo ben consapevoli delle difficoltà che avrebbe incontrato un’idea nuova e sperimentale, almeno in Italia, di economia costruita davvero dal basso, secondo i princìpi, che ci sono particolarmente cari, della sostenibilità ambientale e dell’inclusione sociale. Ma non ci siamo mai lasciati frenare, nelle nostre scelte, dal rischio di dover attendere del tempo prima di intravedere i risultati possibili del nostro impegno”.

Alcune idee per recuperare le ferrovie abbandonate

Il Gruppo Ferrovie dello Stato ha messo in cantiere una strategia da sviluppare e favorire. Un patrimonio di oltre 1.600 chilometri di linee ferroviarie dismesse e altri 1.300 dove il servizio è sospeso. Almeno 1.900 stazioni ferroviarie impresenziate. Che potrebbe essere parte di una rete di mobilità dolce e di turismo sostenibile, puntando anche sulla cultura giovanile, la qualità agroalimentare di cui l’Italia è famosa nel mondo.

Una  rilevanza  particolare  è  rivestita  da  quella  estesa  rete  ferroviaria  minore presente nel nostro paese, convertibile in vie verdi a uso promiscuo ciclo-pedonale, servizi di treni turistici e bike  rail, per esempio seguendo il modello francese di Velorail con 19 l’utilizzo di mezzi a pedale sui binari.

Ci sono già alcuni esempi che si possono replicare per un progetto di questo tipo. La stazione di Potenza Superiore è la prima green station con laboratori di riciclo e riuso di materiali, spazi espositivi per i prodotti biologici a chilometro zero, spazi dedicati al baratto di beni in buono stato, attività di formazione, ricerca e sviluppo, per la diffusione della cultura ambientale.

Il futuro delle case cantoniere è sempre più legato a un’occasione di nuova economia civile e sostenibile, favorendo un’imprenditorialità giovanile. Anas ha realizzato una fase iniziale per riqualificare un primo gruppo di 30 Case Cantoniere individuate all’interno di tre itinerari
turistici: l’Alta Lombardia, la Via Francigena, l’Appia Antica.

Senza dimenticare le stazioni con funzioni di tappa di via verde (greenway) recuperate grazie alle piste ciclabili. Parallelamente, vale anche l’esempio della Velostazione, vicina alla stazione ferroviaria  centrale di Bologna,  con  servizi  ibridati quali il parcheggio custodito  per  biciclette, il  noleggio, la riparazione, l’area relax con wi-fi gratuito.

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