![Forest bathing, storie di rinascita personale e di energia benefica degli alberi](https://cdn.lifegate.it/S3hZ_oWZkNQjPp1mUvCO4FBqV5k=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/forest-bathing.jpg, https://cdn.lifegate.it/QnWJSrilvzJ8Hl5MwxOUJ58aFzk=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/forest-bathing.jpg 2x)
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Una buona e profonda respirazione è necessaria per liberare energia e stare bene, impariamo a respirarci come fanno i neonati
La respirazione sana libera l’energia. E’ un’azione che coinvolge tutto il corpo: ma quando pancia, torace o gola sono contratti dalle tensioni, non possiamo respirare bene. Durante gli esercizi bioenergetici impariamo invece a “lasciarci respirare” in modo naturale, come fanno i neonati e come purtroppo da adulti abbiamo disimparato a fare.
Oltre al respiro e al grounding, la terapia bioenergetica sottolinea l’importanza del suono. Poiché da bambini, per ragioni culturali e di educazione, siamo stati inibiti nell’uso della voce, quest’inibizione è diventata cronica, creando una serie di tensioni nella zona della gola, del collo e della mascella. Con gli esercizi bioenergetici possiamo far uscire i nostri suoni: sospiri, gemiti, pianti o risate, lasciati fluire liberamente attraversano il corpo, diventano una corrente vibratoria che ne allenta le tensioni, rendendolo più vivo.
A differenza di una qualsiasi “ginnastica”, l’obiettivo in bioenergetica non è mai quello di “eseguire bene” un certo esercizio, o di effettuare una “performance”, ma di sentire le sensazioni e le emozioni che via via si sviluppano nel corpo. Imparare a convivere con la gioia e l’amore, ma anche con la rabbia e il dolore, se ci sono. Con l’energia e la consapevolezza di cui rientramo in possesso impariamo a creare una struttura psico-fisica che, rinforzandoci nel nostro senso di identità, ci consente di lasciarci andare a sentimenti ed emozioni, senza paura di esserne sopraffatti. E via via che tale struttura diventa più solida, possiamo permetterci di vivere emozioni sempre più intense, proprio perché sappiamo di poterle contenere.
Rilassandoci in questo, possiamo finalmente darci l’obiettivo di “essere qui e ora”, presenti a noi stessi, testimoni che prendono nota delle emozioni senza giudicarle, spostando l’attenzione, la ricettività e la sensibilità verso il centro di sé. E questo “spostamento di attenzione” è anche un primo passo verso la meditazione. Non è un caso, infatti, che gli esercizi bioenergetici siano usati per “preparare” al meglio il corpo e la mente considerati, secondo un approccio olistico, come un tutto alla meditazione. Lo aveva capito il maestro indiano Osho, che del resto conosceva bene le opere di Reich e di Lowen. Con la sua celebre tecnica “dinamica” ha di fatto utilizzato i principi della bioenergetica per muovere l’energia, farla rifluire in tutto il corpo e consentire così al praticante di raggiungere uno “spazio” di silenzio e di vuoto dentro di sé, ovvero uno spazio di meditazione.
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