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Come si fa a rilassarsi ed evitare lo stress? Con la meditazione è facile. E alla portata di tutti. I consigli in un libro dedicato a chi ha voglia di imparare.
“Meditate gente, meditate”, recitava un celebre slogan pubblicitario di qualche anno fa. Ma, a ben vedere, l’affermazione del popolare Renzo Arbore, non si discostava molto dalla realtà delle cose. La meditazione, infatti, è un ottimo metodo per rilassarsi e sfuggire allo stress, all’ansia e, più in generale, alle tensioni di cui è ricolma la vita quotidiana. Meditare non è una pratica riservata a pochi iniziati, né a seguaci di metodologie alternative e orientali. Basta poco, poco davvero per ritagliarsi uno spazio mentale personale nel quale il relax e la calma la facciano da padroni. Lo spiegano bene Marina Panatero e Tea Pecunia che sull’argomento hanno scritto un libro – Impariamo a rilassarci, Feltrinelli Editore – dedicato a chi vuole imparare le tecniche di meditazione, ma ha poco tempo, va sempre di fretta e ha paura di impegnarsi.
I benefici che meditare apporta sono tantissimi: rilassamento, benessere psicofisico, maggiore tranquillità mentale, potenziamento della creatività, equanimità, consapevolezza, aumento dell’autostima, sicurezza in se stessi. Ma soprattutto la meditazione abbatte lo stress, riduce l’ansia, la paura e la rabbia. Questi effetti sono misurabili: la scienza da decenni, infatti, si interessa agli effetti positivi che il meditare apporta ai praticanti. Sono usciti oltre tremila studi scientifici sulla meditazione e i risultati sono stati sorprendenti e, di sicuro, sono stati una valida conferma a ciò che sperimentano da sempre i “meditatori” che sapevano di avere cambiato in meglio la qualità della loro vita e la loro salute pur ignorando i meccanismi biologici che ne erano alla base.
Un esempio? Lo studio condotto dall’University of British Columbia pubblicata su Neuroscience & Biobehavioral reviews ha mostrato che chi medita con regolarità presenta cambiamenti in almeno otto aree del cervello tra cui si evidenzia una riduzione dell’amigdala destra, collegata all’ansia e alle emozioni negative, e un aumento della corteccia cingolata anteriore, implicata nel controllo dell’attenzione. Un altro studio, apparso sul Journal of Neuroscience, illustra come chi medita percepisce meno il dolore, ridotto del 27 per cento. Le ricerche condotte da Blackburn (premio Nobel per la medicina nel 2009), Saron e Epel hanno condotto a un’interessantissima scoperta: nelle persone che meditano l’attività della telomerasi è significativamente maggiore. Tradotto in termini più semplici: meditare rallenta il processo di invecchiamento, quindi si resta giovani dentro e fuori.
Pecunia e Panatero si dedicano attualmente all’insegnamento della meditazione sia agli adulti che ai bambini. In Impariamo a rilassarci riescono a tracciare una nuova metodologia di insegnamento per una pratica che molti ritengono ostica e poco realizzabile. “In realtà per meditare – aggiunge Marina Panatero – bastano una decina di minuti al giorno, un luogo tranquillo in cui rilassarsi, abiti comodi che facciano sentire a proprio agio, e la volontà di ritrovare se stessi, la propria interiorità, la calma e la serenità che sono proprie della specie umana. Spiegano le autrici: “ Il nostro libro è rivolto alle persone normali, impegnate, assorbite dalla vita frenetica di tutti i giorni, a chi vorrebbe avvicinarsi alla pratica della meditazione, ma non ha modo di frequentare i centri dove viene praticata e dedicarci molto tempo”. Basta poco, infatti, per meditare perché la calma deriva dalla propria interiorità, nasce da dentro e dipende dalla nostra volontà. Dopo una parte introduttiva ed esplicativa sul significato della meditazione, nel libro sono presentate diverse pratiche meditative guidate dalle autrici, appositamente studiate per principianti e non, ciascuna in grado di apportare un beneficio particolare oltre a quelli comuni a questa pratica secolare. “Provare a meditare e imparare a farlo – conclude Tea Pecunia – è un regalo che facciamo a noi stessi, perché la meditazione non ci fa essere qualcuno, ma semplicemente – e finalmente – ci fa essere chi siamo”.
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