Medea. Voci

Edizioni e/o, Roma 1996

La Medea che ci viene presentata dalla Wolf è una donna
coraggiosa, viva e dalle passioni intense. Il mito della Medea
infanticida viene rivisitato, ma comunque integrato con il mito
euripideo di una donna considerata spietata, per via del suo essere
infanticida.

La nuova Medea della Wolf, l’Altra Medea, è una donna
spietata nel senso più profondo del termine. Colei che
è depositaria di segreti scomodi e di meschinità
compiute dalla società a lei più prossima, non si
nasconde dietro la gelosia o la furia, non compie atti irrazionali
dettati dall’impulso, bensì parla ed espone le sue
verità con spietatezza, a tutto tondo, in nome della
verità. E’ una donna spietata non perché cattiva, ma
perché intensa e vera. Medea scoprirà imbarazzanti
segreti e dovrà pagare per aver svelato i crimini da lei
rivelati. Si troverà sola, una donna che si difende da
sé, seppur con sofferenza. La donna che emerge in questo
libro è un’eroina, altera, sicura di sé e delle
proprie verità.

Sono tante le voci di questo libro che parlano e raccontano la
storia di questa donna. Sono tanti i punti di vista nella polifonia
che orchestra le parole e i pensieri di parenti, di amici e di
nemici. C’è la voce della stessa Medea. Ogni voce un
capitolo. Ogni capitolo una rivelazione, o una mistificazione.

E’ la somma delle voci che concerta il ritmo della verità
della donna, cresciuta soprattutto attraverso la sofferenza.

 

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