La Spagna e il Portogallo stanno fronteggiando un’ondata di incendi di proporzioni gigantesche, costati già la vita ad alcuni vigili del fuoco. Uno di loro è morto domenica 17 agosto mentre si trovava in servizio nel nord della nazione lusitana, e sono stati segnalati nella zona altri due feriti gravi, secondo quanto riferito dal presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa. Si tratta della seconda vittima nel giro di pochi giorni, dopo quella di un ex sindaco, pompiere volontario, deceduto venerdì a Guarda, nella regione montuosa della Beira Alta.
Migliaia di pompieri impegnati contro gli incendi in Portogallo
Lunedì mattina più di duemila vigili del fuoco risultavano ancora impegnati nel tentativo di circoscrivere gli incendi. Un solo mega-rogo ad Arganil, nel centro del paese, sta assorbendo un migliaio di pompieri. Ma la situazione è talmente grave da aver costretto il governo di Lisbona a chiedere l’attivazione del meccanismo europeo di mutuo soccorso in caso di incendi: si attende l’arrivo in giornata di due aerei antincendio svedesi. Il Marocco ha già inviato alcuni mezzi la scorsa settimana, ha indicato la ministra dell’Interno Maria Lucia Amaral.
Thousands of firefighters worked overnight to contain dozens of deadly wildfires burning across Spain and Portugal as heat and gusty winds spread blazes through dry brush, forests and crops https://t.co/EEf1oxThHzpic.twitter.com/ogrDTh4MpS
Il 2025 è stato finora catastrofico in Portogallo, con ben 185mila ettari distrutti dalle fiamme, secondo i dati (ancora provvisori) pubblicati dall’Istituto delle foreste: una superficie già ampiamente superiore a quella dello scorso anno, quando ci si era fermati a “soli” 136mila ettari.
Più di 70mila ettari in fumo in Spagna in una settimana
Anche la Spagna ha dovuto chiedere aiuto al meccanismo di soccorso dell’Unione europea per affrontare le situazioni più critiche. I fumi degli incendi hanno invaso la metà occidentale della Francia, raggiungendo anche le regioni più settentrionali. Un pompiere è morto nella regione di Castiglia e León. Altri tre vigili del fuoco erano morti nei giorni precedenti.
Just dreadful satellite imagery of the rapidly escalating wildfire outbreak across parts of northern Portugal and western Spain.
Nella nazione iberica sono più di 70mila gli ettari bruciati la scorsa settimana, il che porta il totale dall’inizio dell’anno a oltre 157mila. Ma molti roghi non sono ancora stati domati, e le cifre sono perciò destinate ad aumentare. Per questa ragione, il primo ministro Pedro Sánchez ha sottolineato la necessità di “una riflessione più profonda” e ha proposto “un patto nazionale di fronte all’emergenza climatica”.
Pedro Sánchez: “Di fronte alla crisi climatica serve una riflessione più profonda”
“Avere incendi di queste dimensioni, o fenomeni estremi come la Dana (le precipitazioni torrenziali che hanno colpito la città di Valencia nell’ottobre del 2024, provocando un centinaio di morti e danni per miliardi di euro, ndr) dimostra che la crisi climatica sta accelerando, si aggrava, soprattutto nella penisola iberica”, ha osservato il capo del governo di Madrid. Secondo il quale “gli incendi saranno spenti, si ricostruiranno le zone colpite, ma dobbiamo avviare una riflessione di fondo, dotarci di una strategia”. E occorre per questo coinvolgere “i gruppi parlamentari, l’insieme della società civile, la scienza, le imprese, in sindacati. In altre parole, l’intera nazione”.
A porre le condizioni perfette per il divampare di mega-incendi sono state infatti le ondate di caldo estremo e la siccità: tutti fenomeni che, come dimostrato da numerosissimi studi scientifici, sono e saranno sempre più aggravati e resi più frequenti dai cambiamenti climatici, alimentati a loro volta dall’uso di combustibili fossili. Nel frattempo, la Spagna è stata costretta a mobilitare più di 13.600 persone tra vigili del fuoco e militari. Migliaia di persone sono state inoltre evacuate.
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