
In tutto il mondo crescono superfici agricole coltivate a biologico e produttori, ma serve una spinta ai consumi verso la transizione agroalimentare.
Poche ore dal campo alla tavola con un sistema che taglia i costi, è più sostenibile, e offre agli agricoltori un margine più alto.
Uno studio americano stima che una foglia di spinacio comprata al supermercato abbia perso il 47 per cento del proprio contenuto di acido folico nel tempo passato dalla raccolta all’arrivo in tavola. Questo perché, in media, tra la raccolta delle verdure nel campo e il loro consumo passano quattro giorni e mezzo (dati Institute of Grocery Distribution, UK).
È solo un dato, ma conferma una verità intuitiva: più breve è il tempo intercorso tra la raccolta di un cibo fresco e il suo consumo, meglio è. Ecco perché negli ultimi anni, grazie al web, si sono sviluppati molti servizi di consegna di cibo fresco a domicilio, talvolta biologico, che accorciano la distanza tra contadini e consumatori, lasciando ai primi un margine economico maggiore, perché non assorbito da tutti gli intermediari della grande distribuzione.
A differenza della catena di distribuzione classica, infatti, non ci sono né i tempi, né i costi di stoccaggio, né, ancora, quelli di movimentazione da un magazzino all’altro (con conseguente minor emissioni di CO2 in atmosfera dei mezzi di trasporto).
Lo spiega bene Tom Dean, fondatore di portaNatura , il progetto distributivo nato dall’azienda agricola biodinamica La Raia (di Novi Ligure, sulle colline del Gavi) di cui vi abbiamo raccontato la storia in questa intervista.
PortaNatura consegna dal campo a casa del cliente in un solo giorno, e a ciò unisce una motivazione di tipo etico, che riguarda il giusto prezzo cui ha diritto il contadino: Spiega Tom Dean: “Quando ho incontrato un produttore che vendeva zucche ai supermercati per 0,35 euro al kg, per poi essere vendute a 2,5 euro, ho capito subito che c’era qualcosa di molto sbagliato con il sistema che abbiamo. Da qui la missione è diventata chiara: offrire ai produttori indipendenti una quota maggiore del prezzo al dettaglio, dando alle persone il miglior cibo fresco e rendendolo più giusto per tutti”.
“Il cibo economico è stato perseguito a scapito di praticamente tutto il resto: l’ambiente, la nostra salute personale e il sostentamento dei contadini”
Una volta convertita l’azienda dal sistema agricolo convenzionale a quello biologico e biodinamico, il fondatore Tom Dean si è dedicato alla tessitura di una rete collaborativa capace di “dare speranza a tanti contadini a rischio di estinzione” creando un contatto diretto con i consumatori che vivono in città. Ha fondato così portaNatura, come “un’alternativa alle grandi catene di distribuzione e ai cibi industriali” (dall’ebook di Considero Valore, di Antonella Gallino).
Attraverso portaNatura.it i clienti prenotano il proprio ordine, che viene trasmesso ai produttori. La raccolta è sempre fresca, stagionale, e non c’è magazzino. Tutti i prodotti sono trasportati con un furgone refrigerato, e arrivano in scatole di cartone dimensionate a seconda del numero di componenti della famiglia.
Per il momento il servizio di consegna a domicilio copre: Milano, Genova, Torino, Alessandria, Monza e sette comuni nella provincia di Alessandria.
Innanzitutto da La Raia stessa, dove, in 180 ettari di viti, pascoli e terreni convertiti al biodinamico, si producono: vino, cereali (in particolare segale, farro e spelta), miele, pasta di farro, e si allevano al pascolo mucche di razza Piemontese (Fassone).
L’offerta si arricchisce grazie ai cosiddetti bio-partner: “una rete virtuosa di piccoli produttori che abbiamo accuratamente selezionato e di cui ci fidiamo ciecamente, che lavorano la terra secondo i metodi dell’agricoltura biologica e biodinamica”.
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