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Si è appena conclusa Milano Unica, la prima fiera del sistema moda che apre fisicamente le sue porte dopo il lockdown. Focus su tendenze e sostenibilità.
L’industria del tessile prova a ripartire da Milano Unica, dal Salone italiano del tessuto e degli accessori famoso in tutto il mondo. Tenutasi a Fieramilano Rho nei giorni 8 e 9 settembre, è stata la prima fiera che ha scelto di presentare fisicamente le collezioni per la stagione autunno/inverno 2021-2022, nonostante l’emergenza sanitaria ancora in atto. “Un tessuto ha bisogno della giusta luce, deve essere toccato per essere apprezzato, e così anche gli accessori. Per questo una fiera fisica era essenziale”, ha annunciato il Presidente di Milano Unica, Alessandro Barberis Canonico, durante la cerimonia inaugurale.
Questa trentunesima edizione è stata guidata dalla speranza e dalla volontà di ripartire dalle tendenze, ma soprattutto dalla sostenibilità, che rappresenta un elemento cruciale per mantenere la leadership del tessuto made in Italy a livello globale. Lanciato da Milano Unica nel 2018, il progetto sostenibilità ha portato in fiera le soluzioni più avanzate per quanto riguarda sia il contenuto creativo che l’impegno verso una filiera della moda più consapevole e attenta all’ambiente.
A spiccare tra gli stand degli espositori è stato sicuramente Linen dream lab, partner strategico della Confederazione europea del lino e della canapa (Celc) e promotore della fibra che più di tutti risponde ai criteri di sostenibilità ed economia circolare.
Il lino è biodegradabile, può essere riciclato, rigenerato e la sua produzione segue un processo a basso impatto ambientale. Intorno a questo tessuto ecologico, di cui l’Italia insieme all’Europa sono i principali produttori con una filiera certificata Masters of linen® e European flax®, si stanno sviluppando metodi di lavorazione alternativi che danno vita a tessuti, come il lino invernale o il lino stretch.
Per la stagione autunno/inverno 2021-2022, Linen dream lab ha pensato di presentare quattro tendenze molto diverse tra loro. Il primo trend si chiama knowledge e ricorda “la cultura, la creatività e la competenza sulle materie”, ci ha svelato Ornella Bignami, esperta di moda e tendenze, nonché partner strategico di Celc per l’Italia; “il secondo tema è quello che abbiamo chiamato restorative ed è legato a una gamma di colori che sono i verdi, simbolo di naturalezza e salute; il terzo tema è nutrition, ovvero il nutrimento che viene dalla terra; mentre l’ultimo tema contemplative è ispirato al giapponismo, con dei tessuti consistenti, decorati e molto scuri nei colori”.
La ricerca nel settore del lino lavora per scovare nuove possibilità applicative, lavorazioni e tinture in grado di valorizzare ancora di più le virtù di questo tessuto. “Abbiamo sviluppato proprio nella nostra collezione donna delle tinture prese da minerali”, ci ha raccontato il presidente del cotonificio Albini, Stefano Albini, “e stiamo sviluppando con altri istituti europei delle tinture che provengono da enzimi e scarti vegetali”.
La grande tenacia degli oltre duecento espositori che hanno preso parte a quest’ultima edizione di Milano Unica è stato premiata da un inaspettato numero di visite: sono 2.400, di cui 400 straniere, le aziende che hanno visitato la prima fiera fisica in Italia dopo il lockdown.
L’industria tessile e dell’abbigliamento oggi più che mai ha dimostrato di aver bisogno di ripartire adottando nuovi valori etici, come la responsabilità, la trasparenza e la sostenibilità. Per un futuro della moda e del made in Italy in armonia con l’ambiente e le persone.
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