
Ha dato il via ai concerti ad alta quota ben 28 anni fa distinguendosi sin dall’inizio per il rispetto delle terre alte. Sancito anche da un manifesto.
Ad aprile uscirà Miles Ahead, biopic ispirato all’ultima e turbolenta fase della vita del leggendario musicista jazz Miles Davis.
Già da diversi anni si vociferava sull’uscita di un film biografico su Miles Davis, il trombettista statunitense di musica jazz (o meglio “social music”, come la definiva lui) considerato uno dei più grandi artisti del Ventesimo secolo. Quel film è stato finalmente realizzato. Si intitola Miles Ahead, come l’album del 1957, è stato finanziato in parte dai fan di Davis tramite una campagna di crowdfunding, ed è in arrivo dopo le anteprime al New York Film Festival e al Sundance.
https://youtu.be/Bvt9LU45ruc
Diretto e interpretato da Don Cheadle, Miles Ahead si sofferma sull’ultima parte della vita dell’artista, quella più dura e problematica. Ritiratosi dalle scene nel 1975 dopo un trentennio di successi, tra gli anni Settanta e Ottanta Miles Davis viveva rintanato nel suo appartamento di Manhattan.
Isolato e in pessime condizioni psicofisiche dovute al diabete e all’artrite, ma anche al consumo di droghe e alcol, era ossessionato dai ricordi (come quello del suo grande amore Frances Taylor), perseguitato da ciarlatani e discografici. Il giornalista musicale e improbabile complice Dave Brill, interpretato da Ewan McGregor, lo aiuterà a uscire dal silenzio per tornare alla musica.
Don Cheadle ritrae uno dei massimi esempi artistici del binomio genio e sregolatezza in modo originale e anticonvenzionale, senza risparmiare nel racconto i lati più irruenti e incontrollabili di Miles Davis, mostrando una profonda comprensione dell’uomo e della sua musica.
Sul suo debutto alla regia, Cheadle ha dichiarato:
La musica è sempre stata una delle mie passioni. Sin dalla prima media, quando ho iniziato ad ascoltare i dischi di Miles Davis dei miei genitori, la sua arte è stata una fonte di ispirazione. Sorprendentemente la vita di Miles, la sua passione, la sua creatività, il suo fuoco, non erano mai stati portati alla luce in un film e il fatto che la sua famiglia abbia scelto me per farlo è un onore. Ho voluto raccontare una storia che Miles stesso avrebbe voluto vedere e in cui avrebbe voluto recitare, qualcosa di fresco, vivo e avanti.
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