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Dalí experience, la mostra su Salvador Dalí a Bologna. Oltre 200 opere in un allestimento unico, moderno e virtuale. Il surrealismo diventa realtà a Palazzo Belloni.
Salvador Dalí, genio del surrealismo, in mostra a Bologna con un allestimento di più di 200 opere che dialogheranno con esperienze interattive, proiezioni immersive, realtà aumentata e animazioni 3d. Dalí experience: le novità tecnologiche e il simbolismo insieme per stupire a Palazzo Belloni dal 25 novembre 2016 al 7 maggio 2017.
Di lui si ricordano gli atteggiamenti eccentrici, le dichiarazioni quasi assurde, la poliedricità, ma Dalí è soprattutto e senza dubbio uno dei maestri del surrealismo e simbolismo. Per alcuni, le sue stranezze hanno spesso attirato più attenzioni delle sue opere ma l’artista catalano ha segnato un nuovo filone artistico grazie alla sua unicità.
Uno di quegli artisti che si ama o si odia ma in ogni caso ci si ricorda o stupisce: gli orologi che si sciolgono, gli elefanti, le uova sono tutti simboli di concetti profondi che diventano visuali grazie alla sua arte.
A palazzo Belloni a Bologna fino al 7 maggio, si può vivere un’esperienza completa, unica e coinvolgente grazie alle sue opere, partendo da esse ma sperimentando qualcosa di nuovo grazie alle moderne tecnologie. Circa 200 opere, provenienti dalla collezione “The Dalí Universe”, una delle più ricche documentazioni della storia artistica di Dalí, sono protagoniste di un percorso interattivo e multimediale: si tratta di 22 sculture museali, 10 opere in vetro realizzate alla fine degli anni Sessanta in collaborazione con la famosa cristalleria Daum di Nancy, 12 Gold objects, più di 100 grafiche tratte da 10 libri illustrati e 4 sculture monumentali posizionate in punti strategici del centro storico.
Un esempio della modernità dell’esposizione è l’installazione attraverso la quale si può assistete a un dialogo surreale fra Dalí e il noto critico cinematografico Tati Sanguinetti o la sala dedicata a Spellbound, film di Hitchcock del 1945, che mette in scena la sequenza del sogno in modo analogo a Salvador Dalí nelle sue opere.
Altra “chicca”: sarà a disposizione un’app di realtà aumentata per osservare il paesaggio urbano con lo sguardo di Dalí scoprendo gli strani oggetti del suo mondo distribuiti sul territorio, e fare foto da condividere sui principali social network, dove la mostra è presente con l’hashtag #daliexperience. Bologna quindi si trasforma un po’ e diventa anch’essa surreale per omaggiare il grande artista.
In molti conoscono la relazione con la showgirl Amanda Lear ma forse non tutti sanno che Dalí sposò nel 1934 Gala, il cui vero nome era Elena Ivanovna Diakonova, un’espatriata russa di undici anni più vecchia di lui, allora moglie del poeta surrealista Paul Éluard. E proprio la moglie, colpita da una forma lieve di demenza senile, probabilmente gli somministrò nel 1980 un pericoloso cocktail di medicinali senza che gli fossero prescritti, danneggiandogli il sistema nervoso e provocando la precoce fine delle sue capacità artistiche. Quando la moglie Gala morì nel 1982, Dalí si lasciò deliberatamente disidratare, forse un tentativo di suicidio.
È uno dei più famosi esponenti del simbolismo, tra i quali uno dei più ricorrenti è quello degli “orologi molli” che si riferisce alla teoria della relatività di Einstein che il tempo è relativo e non qualcosa di fisso: lui stesso raccontò che l’idea di servirsi degli orologi in questo modo gli venne mentre in una calda giornata d’agosto osservava un pezzo di formaggio Camembert che si scioglieva e gocciolava.
Dalí nacque nella cittadina di Figueres, in Catalogna, vicino al confine francese, qui si trova anche il museo interamente dedicato a lui a, il Teatro-museo Dalí. Il museo è stato inaugurato nel 1974 e vanta la più numerosa collezione di opere dell’artista, oltre a conservare il suo corpo in una cripta del basamento del museo.
La mostra è aperta da martedì a giovedì e domenica dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 23, lunedì chiuso; il biglietto costa 14 euro.
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