
Epitteto, il grande filosofo-schiavo dell’antichità, sosteneva che l’uomo cela nel proprio animo un frammento divino che ci rende fratelli nella identica tangenza con gli Dei.
La giustizia, nella testimonianza di Musonio Rufo, non è altro che il raggiungimento del bene tramite la fatica.
Musonio Rufo, nato attorno al 30 d. C. e morto verso la fine del
I secolo d. C., è uno dei rappresentanti di spicco, insieme
a Seneca , Marco Aurelio, Epitteto, della filosofia dell’età
imperiale.
Musonio, pur senza la profondità spirituale e l’ampiezza
concettuale degli altri tre, esprime una raffinata forma di
filosofia eclettica in ambito romano, che ci offre interessanti
spunti di riflessione.
Egli, a proposito della
giustizia, ci offre questa illuminante testimonianza:
“Quanto più è opportuno, allora, che noi persistiamo
e teniamo duro, nel momento in cui siamo consapevoli di star
soffrendo per qualcosa di bello, o per venire in aiuto agli amici,
o per essere utili alla città, o per combattere in difesa
delle donne e dei bambini e quel che è più grande e
più importante per essere virtuosi, giusti e temperanti.
Il che non tocca a nessuno senza fatiche. Di conseguenza, mi
è possibile affermare che, chi non vuole faticare, subito si
autocondanna a non essere degno di alcun bene, poiché i beni
noi li acquistiamo tutti con fatica”.
Musonio ci invita a perseguire il bene, e quindi la giustizia, con
la viva coscienza che non è mero affare della mente,
astratta speculazione, ma altissimo esercizio interiore, faticosa
conquista da tradurre, poi, nella realtà in carne ed ossa,
nella nostra quotidianità.
Insomma, sono i fatti e non le parole che testimoniano con assoluta
purezza la virtù!
Ma leggiamo ancora Musonio, a proposito del compito del
discepolo nei confronti degli insegnamenti del maestro/filosofo:
“Il discepolo dal canto suo, deve essere ben attento agli
insegnamenti e badare a dare il proprio assenso, senza
accorgersene, a una qualche proposizione falsa; egli non deve
cercare, per Zeus, di ascoltare molte dimostrazioni di una tesi
vera, ma dimostrazioni chiare, e deve adeguarsi nella vita ai
precetti della cui verità sia convinto. Soltanto
così, infatti, si potrà trarre giovamento dalla
filosofia, se si compiranno azioni conformi ai retti
ragionamenti”.
In definitiva, ciò che conta non è il semplice
ragionare bene, ma il
vivere bene, ovvero la capacità di calare la
filosofia nella dimensione pratica.
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