
Ha dato il via ai concerti ad alta quota ben 28 anni fa distinguendosi sin dall’inizio per il rispetto delle terre alte. Sancito anche da un manifesto.
Neil Young rifà “Mother Earth” in acustico durante l'”Honor The Treaties”, minitour di quattro date per denunciare la politica ambientale del suo Canada.
A marzo esce il suo nuovo album A Letter Home, ma intanto Neil Young ha da poco concluso l’Honor The Treaties, un minitour di quattro date nel suo nativo Canada a cui ha partecipato anche Diana Krall.
Il cantautore canadese ha tenuto infatti quattro concerti nel suo Paese al fine di raccogliere fondi per l’Athabasca Chipewyan First Nation (ACFN) – comunità locale che possiede la propria riserva nell’Alberta, a sud ovest del lago Athabasca – e per denunciare la politica ambientale portata avanti da alcuni anni dal Canada. Alla base della protesta ci sono l’espansione dei depositi di sabbie bituminose per l’estrazione del petrolio e la concessione governativa fatta alla Shell Oil per la trivellazione in territori tuttora di proprietà dei popoli indigeni canadesi e legati a vincolo ambientale.
Neil Young ha inserito anche Mother Earth tra i vari pezzi in scaletta del minitour. Il brano del cantautore, contenuto originariamente nell’album Ragged Glory (Reprise, 1990), nasce sulla melodia della canzone folk inglese del Seicento The Water is Wide (conosciuta anche come O Waly, Waly) e ha un testo ambientalista riscritto da Young e qui ulteriormente modificato per l’occasione e riproposto in versione acustica. Infine, il video di Mother Earth (visibile ad inizio articolo), è tratto dal live conclusivo dell’Honor The Treaties, tenutosi il 19 gennaio alla Jack Singer Hall a Calgary, Alberta. E le varie immagini tratte dal live sono alternate con le riprese di Petropolis, documentario di Peter Mettler dedicato allo stesso tema.
Leonardo Follieri
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